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Zoccoli di legno e strette lingue di terra


 


E' un tratto stretto di terra che si protende nel mare. Costruito dall'uomo, come del resto accade spesso in questo angolo d'Europa strappato al mare, un oceano torbido ed immobile, chiuso da una cinta di dighe su, molto più a nord. E' un tratto stretto di terra che percorro in macchina, ma idealmente muovo passo dopo passo sul costone più alto, che nasconde il mare alla vista, sui punti dove ci fermiamo, a guardare al di là ed al di qua della strada, dove uno stormo di cigni passa radente in volo. Così attraverso pochi chilometri sferzati dal vento si arriva a quella che era un'isola, un paesino di pescatori, casette strette di legno e zoccoli dipinti. Oggi come allora, forse adesso per preservare una tradizione passata e farla rivivere a chi si spinge sin qui. Balzellando tra viuzze strette e sponde di mare, da un paese all'altro, tra isola e terraferma, c'é tutto quello che si associa all'Olanda da cartolina. Scendo la strada, mi perdo, un attimo, dietro un canale, un passaggio stretto inondato da un vaso di fiori ed un muro di mattoni che sorregge una bicicletta; le voci sul porto già sono quasi silenzio. E la giornata é calda, d'estate, così breve e di passaggio, come le nuvole, come me, che passo sbirciando tra i panni smossi dal vento, una brezza di mare, o forse un'eco lontana. Di navi a vela e pescatori di mare, persi nella nebbia del mattino di un tempo che in maggior parte é andato, lasciando questi villaggi, un modo di vivere, ed un paio di zoccoletti di legno, qua e là per la strada.




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