Ho lasciato correre la metropolitana, fino all'ultima fermata. Progressivamente, gli scorci che si intravedeveno dal finestrino cambiavano: gli edifici affiancati uno sull'altro erano scomparsi e si sostituivano in case dai giardini ampi ed indipendenti, affacciati su laghi immobili come specchi. Laddove la Storia pare aver raso al suolo gran parte di ciò che esisteva a Berlino prima della guerra, sembra aver lasciato intatte eredità magnificenti nelle vicinanze della capitale, a distanze insospettabili. E' così che mi sono trovato a vagare tra una fortezza possente ai margini della città che vantadi essere più vecchia di Berlino, strade acciottolate, un quartiere olandese, ed un parco sconfinato, a caccia di castelli, belvedere e palazzi scenografici, ruderi romantici, e cascate di scale e giardini terrazzati. Li ho cercati seguendo una mappa del tesoro, come una lunga, intricata, camminata, che si snodasse attraverso banchi di foresta e viali alberati, in cui ogni tappa era un segno nascosto da marcare su quella mappa e scovare, prima di reimmergersi in quel labirinto di storia.
