In macchina, incrocio il volante, ed attraverso strade tortuose, dall'oceano a valli verdeggianti e colline dorate, e fino all'oceano ancora. Attraverso chiese sfavillanti, che dalle pareti colano stucchi, legni pregiati e finemente incisi, ed oro, a testimonianza della profonda religiosità che trasuda la terra. Salgo ansimando I gradini di infinite scalinate barocche cercando infiniti giochi prospettici, riflessi nell'acqua e giardini lussureggianti, rocche millenarie che mori e re cristiani si sono contesi. Nell'aria, il profumo di viti dai vini pregiati che vengono raccolte alla luce radente del tramonto. Braga, Guimaraes, Amarante, VilaReal, Lamego... tutte passano veloci davanti al mio sguardo, ed io appena le sfioro... e talvolta imprecando agli automibilisti spericolati ed alle strade intasate, o alle indicazioni degne dei più perversi labirinti, sono solo un alito di vento che passa e non lascia traccia. E ancora più giù, ad arrampicarmi tra castelli in mezzo a campi abbaglianti o a difesa del guado di un fiume, silenziosi ed immobili, attraverso i vortici di vita di Coimbra e, ancora una volta, giungo fino all'oceano... E ancora riparto, su strade tortuose, da resti di un'antica città romana, immersi nel verde ed arsi dal sole... quelle pietre sono lì, a disegnare edifici monumentali e semplici case, da migliaia di anni... sulla linea tracciata da un acquedotto romano si erge enorme un convento templare... La pietra riccamente scolpita mi accoglie all'entrata, mentre immagino ampi mantelli e croci vermiglie ad avvolgere ombre imponenti a cavallo, tra ampi corridoi e chiostri dalle geometrie perfette.
E ancora per strada, lungo la via di edifici mastodontici e candide colonne che affondano nella terra e s'innalzano verso il cielo a perdita d'occhio... tra potenti ordini di monaci ed incredibili storie d'amore che sembrano uscire da romanzi cavallereschi: sarcofagi scolpiti in ogni ordine di ricche decorazioni, illuminati dai colori filtrati da ampie vetrate, sormontati da pizzi di marmo, le consegnano all'eternità. L'oceano di nuovo... la sera su ripidi promontori, a sfidare la forza del vento... e poi ancora più a sud, sfiorando Lisbona ed attraversandone i suoi ponti infiniti, testimonianza dell'ardire umano, che si perdono oltre l'orizzonte, fino ad Evora, alla sua università ed ai resti di un tempio romano, affascinante la notte, i megaliti sparsi nella piatta campagna, piantati in congiunzione col sole, e le cappelle murate di ossa e teschi, macabro monito umano. Ma riscalda l'animo il sole, sulla strada di ritorno verso Lisbona, dove l'azzurro dell'oceano, forse ancora un miraggio, si sostituisce ai vivi colori della pianura alentejana.
Probabilmente non è il paesaggio ad attirare il viaggiatore in Portogallo, forse nemmeno l’architettura, pure unica nelle grandi opere di questo paese; ciò che davvero incanta è la sua anima, ciò che intimamente ci scuote è la linea spietata, eroica del suo destino. Sono l’anima e il destino che irradiano le montagne scoscese e le valli velate, le campagne deserte, i giardini abbandonati e i grandiosi villaggi costieri fiancheggiati da palme, riflettendosi perfino nel mare, creatore e distruttore a un tempo; l’anima e il destino lambiscono ogni pietra toccata dall’uomo e ogni rudere che il tempo dissolve. [...]
R.Schneider – Portogallo. Diario di viaggio
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