Dolcezza. E' questa l'espressione che mi viene in mente ripensando al paesaggio della Vallonia. Un'immensa distesa di verde, vivo e lucente, riscaldato dai raggi del sole che, una volta tanto, si sono concessi ininterrottamente per tutto il fine settimana. Il vento - quello no, non può mancare mail, in queste terre placide e mutevoli al tempo stesso – agita le fronde degli alberi e le distese d'erba rigogliosa dei campi in un moto ondoso che ti accompagna lungo il viaggio, attraverso paesini che appaiono sperduti e che racchiudono nello scrigno di pochi antichi edifici un millennio di storia. E' terra di castelli, la Vallonia... dei più banali e dei più curiosi, arroccati sopra una cittadina, splendenti nel fondo di una valle, nascosti nel profilo delle Ardenne, alcuni in rovina, altri curati ed ancora ricchi di vita, scenografia di orti botanici e giochi d'acqua. Ci passi vicino e se non lo sai magari nemmeno te ne accorgi, perchè lo sguardo attraverso il finestrino segue il profilo dei colli o la linea sinuosa della Mosa che appare e scompare, lungo la strada, a volte in basso, a strapiombo, altre lì accanto, che vorresti allungare la mano e sfiorarne l'acqua.
Già, il fiume... silenzioso e sempre presente, raccoglie cittadine ed imbarcazioni lungo il percorso, costringe le abitazioni ammassate a ridosso di una rupe, disegna le strade, ed accompagna un labirinto infinito di sentieri e percorsi in bicicletta. Vorresti scendere dalla macchina e perderti, lungo il maestoso corso d'acqua, montare in sella alla bicicletta e sentire il vento fresco farti provare un brivido leggero di freddo ed andare a scoprire dove ti porta. Chissà, forse ti addentrerai in qualche grotta meravigliosa, dove colonne calcaree pendenti dal soffitto fino a sfiorare il terreno creeranno sontuosi palazzi immaginari e le luci nascoste dietro le rocce evocheranno eroi mitologici o riflesse nell'acqua daranno vita a creature mostruose e profili bizzarri. O magari arriverai in una di quelle abbazie, dove il malto viene lavorato finemente ad ottenere birre di ogni genere, leggerissime o consistenti, fruttate o saporite come non si può immaginare se non si è mai passati da questa zona del continente, in un connubio di gusto e tradizione che ritrovi a tavola, la sera, seduto ai tavolini di una taverna a ridosso di quel fiume che traccia il tuo percorso, dopo aver passeggiato lungo la via principale, l'unica concessa dalle acque e strappata alla rupe sovrastante, schivando bancarelle e cianfrusaglie di ogni genere, mescolato in un viavai incessante di gente. Ed intanto osservi il tramonto, un po' ricorrendo anche agli occhi della mente, oltre il profilo ondulato del paesaggio, che a tinte pastello si riflette sul pelo d'acqua che, tranquillo, sembra quasi aspettarti e concederti il tempo di godere di questo momento, prima di incitarti a riprendere il percorso.
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