Al termine della strada si apre una piazza. Non una, ma tra quelle più belle che abbia mai visto. E per pochi giorni, al termine della strada si apre una distesa di colori, una distesa di petali che sul terreno disegnano un tappeto gigante, come se si spalancassero le porte di un salotto. Lì, ti siedi ed osservi una fiumana di gente, che passa distrattamente, quasi per caso, nel cuore d'Europa, osservi i venditori di poster ed acquerelli riprodotti, architetture, strumenti, fantasie. Fantasia, come potrebbe sembrare, questa distesa di fiori, così momentanea, ora che strappati dalla terra giacciono sul pave di un gigantesco giardino, e che invece non è, una volta salito sul balcone ricamato dell'Hotel de Ville, come appare in tutte le sue linee geometriche ed i suoi disegni astratti. Sollevo lo sguardo, per quelle vie tutt'intorno, sopra questa folla di ferragosto che riempie le strade, in un angolo d'Europa che ho sempre ritenuto estremamente affascinante, in quel suo senso un po' di abbandono, un po' di una tradizione gloriosa della quale resta un opaco ricordo. E così tocco, uno ad uno, questi punti poi non sono poi tanto distanti, quasi fossero un disegno da ricomporre seguendo una sequenza di numeri. Vorrei imprimere più profondo ogni passo.
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