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Un'immagine sbiadita


 


Mi ritrovo sulla spiaggia, là nel sud del Marocco, dove uomini lontani si muovono come ombre piccoline avvolte nella nebbia creata dall'acqua di mare sospesa nell'aria. Mi trovo a camminare su una spiaggia deserta di fronte ad un oceano altrettanto deserto, ed il deserto, quello vero, alle spalle. E' l'immagine che più mi avvicina a questa musica, stasera, a questa voce, calda e leggermente roca, ai suoni, contaminati da colori moderni ma ancora legati alle tradizioni. E' l'Africa che più posso immaginare, quella che ho visto, almeno. Un fascio di luce azzurrognolo che si disperde nella sala verso il palco, ad illuminare una voce. Lontana, come le onde del mare, come le coste del Mali, da cui questa cantante proviene. Alterna ritmi danzanti a melodie struggenti, francese, spagnolo ed una lingua sconosciuta. Seguo i movimenti convulsi del corpo, quasi ancestrali. Sento il ritmo battere nelle vene. Eppure continuo a vedere quella spiaggia, gli archi di roccia, la sabbia candida, la foschia tutto attorno. Come questa voce che scende ed ha nel timbro, una punta sempre nascosta di un non so che che non so descrivere, se sia malinconia, silenzio, nostalgia, o canto profondo nella notte.




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