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L'accoglienza


 


La mia mente vola, lontano. Torna ai profumi marocchini, alla luce abbagliante, al deserto torrido e le acque spumose dell'oceano. Torna, sulla catena dell'Atlante, in un posto sperduta, nella valle del Dades. Chilometri e chilometri di strada. Ed io, verso il tramonto, siedo sotto una tenda stesa a proteggere una terrazza. Sento l'aria fresca che mi conforta, come un viaggiatore giunto alla meta, almeno per oggi. Ascolto la musica, comunico tra gesti, infiniti linguaggi, qualcosa racconto, e più ancora cerco di farmi narrare. Ospite, questa sera.

Ospite, in una sala coperta di tappeti colorati, circondata da una cornice unica di divani. Ed una montagna di couscous sul tavolo, il cucchiaio posto nel piatto per condividere, i colori dell'insalata ed il sapore intenso di un pane speziato colmo di carne. Certo, si potrebbe discutere di tante cose, delle mie sensazioni, allora, così come di altro, davanti ai miei occhi, ora. Ma non é questo il racconto di questa pagina. No, invece é la sensazione di accoglienza, é il ricordo che in un attimo mi ha portato indietro, lungo una strada di migliaia di chilometri, in un caleidoscopio di immagini e sensazioni fuse insieme ed all'improvviso, di fronte ad un mondo sconosciuto, appena sfiorato ma inafferrabile in tutto e per tutto, per la sua varietà, i suoi opposti ed il fascino delle sue tradizioni.




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