Come leghiamo i ricordi. Nel bene e nel male. Quando calpestiamo lo stesso suolo, ma non respiriamo la stessa aria. Il vento passa sul ciglio di un bastione, la punta di una stella, scuote l'erba rinverdita ed i germogli sui rami. Come una borgata medievale, oltre il ciglio c'é un fossato, ed oltre la campagna. Sarebbe un altro tempo, non fosse per il profilo di palazzine di là sulla sinistra. Giunchi, acque quasi immobili, esili spigh piegate dal freddo. Tutto, sfiorato, si scuote.
Sul camminamento di un fossato. Un dolce di panna e cioccolato, una birra aspra, le guglie di una cattedrale, perfino un'ultima prova d'orchestra, e le pietre squadrate di un cannone. La città che guardavo come più naturale dove spostarsi, più bella, più antica, più calda. Giunchi leggeri piegati dal vento.
Comments