Sarà anche vero che nel loro modo di esaltare ed ingigantire sempre tutto, non mi sorprende che gli Olandesi chiamino questo posto il "Sahara del Brabante", ma tre poche dune ed un parco nazionale si nasconde un frammento di deserto. Trenta chilometri di dune mobili, escursioni termiche tra i 40 gradi nei giorni d'estate a temperature prossime allo zero la notte. Un luogo che un tempo era coperto di ontani, olmi e querce, quando il fiume Maas, quello che arriva fino a Rotterdam, era quasi ancora un torrente sulle cui sponde sorgevano piccoli villaggi. La deforestazione ed il clima proveniente dal Mare del Nord hanno spostato sabbia, modellando un paesaggio che a poco a poco venne ricoperto di vegetazione, circondato da paludi, la cui acqua in eccesso lentamente sprofondava nel terreno. Quella sabbia che gli antenati olandesi usarono per proteggere la terra dall'acqua, in un terreno ch veniva drenato per aumentare i raccolti. Foreste mutarono rapidamente in brughiere, un paesaggio sempre più arido fino a quando la sabbia tornò in superficie e l'azione del vento prese il sopravvento, muovendo banchi di sabbia con sempre maggior facilità. Questa é la storia di un luogo curioso, immerso in un verde tanto comune nel paesaggio olandese, questo é un pezzettino di deserto, racchiuso da foreste, quasi trasportato fuori luogo. In apparenza soltanto, in realtà. Alla fine, bastano pochi granelli di sabbie e qualche passo per sfiorare l'immaginazione.
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