Arriva una musica, da dietro le piante. La suonano, archi, trombe trionfanti, a tratti voci acute. E scrosci d'acqua. Brillano nell'oro, quello che ormai é rimasto come riflesso di un tempo che fu, un mondo che non esiste più, ed un regno che allora era di un re che si faceva nominare come il Sole. Nel cuore d'Europa, irraggiava, un misto di moda, modello da copiare, ed espressione estrema di potere, nel segno di un universo impossibile, distaccato da tutto. Brillava, come brillano i riflessi d'acqua, istantanei e fulminei, immaginari, come le creature mostruose che sbucano fuori dall'acqua, la biga di Apollo che si lancia furiosa dietro a cavalli mossi da fuoco divino. Immaginario, come le figure che si muovono sulle note fuse in una goccia d'acqua, altisonanti, ornamentali, ristrette in quel mondo che aspirava all'idillio e tutto si traduceva in cerimonia e maniera. La musica no, quella no, invece, fluisce ancora, splendente e gioiosa, quasi trionfale, a tratti, passo dopo passo, giardino dopo giardino, piccoli pianeti, uno diverso dall'altro, nascosti dietro file di labirinti o arcate di rampicanti. Come se ci fosse un'orchestra oltre ogni angolo, tra gloria ed oro, anche se solo immaginato, si rincorre, nota dopo nota come cavalli al galoppo o il passaggio di una carrozza. Furente, dalle acque emerge Apollo al comando del suo carro di fuoco.
Eccomi, sono tornato. Ogni angolo di Parigi é per me ormai una pittura sfocata che chiude dentro un ricordo. C'é spesso un qualcosa che parla al profondo dell'anima, per una città che mi piace tanto, fino all'invidia, anche quando questo si nasconde dietro al particolare più semplice, sia un'insegna di un ristorante od un venditore ambulante all'interno dei giardini di un palazzo reale. Non avevo mai varcato le porte della reggia. Tanti anni fa, ricordo, ci si era passati in macchina, in partenza, dopo giorni che avevano lasciato un ricordo amaro. E più di recente, una manciata di anni fa, alla vigilia della festa nazionale, quando la sera si giocava una finale di calcio dall'altra parte del mondo, lungo i giardini... quella volta, meglio lasciar perdere... Anche così ogni angolo può ricordare qualcosa. C'é un sole caldo e sereno. Le fontane si accendono, come si accendono gli sfarzi del palazzo reale, tessuti preziosi, una galleria infinita di ritratti ed una, enorme, di campi di battaglia rievocati, lungo tutta la storia di Francia. Ed un corridoio si riempie di luce, uno specchio dietro l'altro, moltiplica le luci dei candelieri, i colori del soffitto... e la vista che si apre sui giardini.
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