Niente foto ma solo due parole (ed un colore...) per dire che il 30 aprile qui è festa, probabilmente più festa di ogni altra, complici anche i giorni di primavera ed un sole che così non ce se lo aspettava nemmeno. Andare ad Amsterdam, più di ogni altra città, il giorno della Regina significa tuffarsi letteralmente in una fiumana arancione, un po’ preda di un’euforia delirante un po’ sopra le righe, un carnevale monocolore e fuori tempo massimo in cui il mondo torna ad essere capovolto per ventiquattr’ore. E’ un fiume di gente che si propaga sui ponti, vere e proprie strozzature in cui rischi di soffocare, riempie le piazze ed invade i canali, solcati da imbarcazioni più o meno improvvisate che rievocano comunque il carattere nautico di una nazione. Così come l’attitudine al commercio e lo scambio, con la gente che per le strade vende (e compra) letteralmente di tutto, finanche carabattole ed oggetti che nemmeno te li ricordavi, e che pure alla fine lasciano un po’ il sorriso. La partecipazione è anche dalle case, quelle che formano il tipico profilo agglomerato, un edificio incastonato nell’altro, che fa da sponda naturale ad entrambi i lati dei canali. Tra i quali è inutile cercare di non perdersi.
2 mag 2011Tempo di lettura: 1 min
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