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Immagine del redattoreoytis

Oceano mare ed orizzonti in Normandia


 


"Sabbia a perdita d'occhio, tra le ultime colline e il mare - il mare - nell'aria fredda di un pomeriggio quasi passato, e benedetto dal vento che sempre soffia da nord. La spiaggia. E il mare. Potrebbe essere la perfezione - immagine per occhi divini - mondo che accade e basta, il muto esistere di acqua e terra, opera finita ed esatta, verità - verità - ma ancora una volta è il salvifico granello dell'uomo che inceppa il meccanismo di quel paradiso, un'inezia che basta da sola a sospendere tutto il grande apparato di inesorabile verità, una cosa da nulla, ma piantata nella sabbia, impercettibile strappo nella superficie di quella santa icona, minuscola eccezione posatasi sulla perfezione della spiaggia sterminata. A vederlo da lontano non sarebbe che un punto nero: nel nulla, il niente di un uomo e di un cavalletto da pittore. ..."


"... Poi avvicina il pennello al volto della donna, esita un attimo, lo appoggia sulle sue labbra e lentamente lo fa scorrere da un angolo all´altro della bocca. Le setole si tingono di rosso carminio. Lui le guarda, le immerge appena nell´acqua, e rialza lo sguardo verso il mare. Sulle labbra della donna rimane l´ombra di un sapore che la costringe a pensare "acqua di mare, quest´uomo dipinge il mare con il mare" - ed è un pensiero che dà i brividi. ..."



Non voglio scrivere recensioni, non posso e non ho spazio per trascrivere tutte quelle righe idealmente sottolineate... per quelle, altre pagine custodite aspettano di essere tracciate. A dire il vero, non saprei nemmeno da dove iniziare a scrivere una recensione... Alla fine, comprato, riposto, letto sforzandomi di non procedere troppo velocemente, imponendomi di seguire i ritmi propri del protagonista, assoluto e silenzioso, del libro... alla fine, ho letto Oceano mare. Sin dall'inizio credo sia stata la percezione eterea dei soggetti a colpirmi e trascinarmi nel vortice, di personaggi, di stili, di luoghi, che si anima da queste pagine. Sin da subito, da quelle tele raffiguranti il mare con l'acque di mare e quelle lettere riposte in uno scrigno in attesa di essere lette. E' questo che mi vi ha tenuto tanto aggrappato, che dipana a poco a poco tutta l'immensità dell'oceano come luogo dell'anima per eccellenza. Perchè, così come un granello di sabbia in un deserto, o una goccia d'acqua in un'oceano, solo allora, nella loro immobile immensità volgiamo lo sguardo a noi stessi, alla nostra anima. Per me, almeno, è sempre stato così, per me, almeno, ogni volta che ho avuto la fortuna di calcare luoghi indefiniti nello spazio, quasi nel tempo, ai confini del mondo... Ed è allora che questi personaggi, tanto appaiono eterei, incomprensibili e bizzarri attraverso veloci colpi di pennello che ne danno forma, raccontano qualcosa di noi, danno forma ad antri oscuri e speranze disilluse del nostro cuore. E quella spiaggia posta in un luogo indefinito assume un senso; e pure quella strana locanda, con le sue sette camere con le porte non chiuse apparirà un po' meno bizzarra.


"... è uno specchio, questo mare. Qui, nel suo ventre, ho visto me stesso. Ho visto davvero."

A.Baricco - Oceano mare

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