I mercatini, i profumi ed i sapori dalle bancarelle... la pista di pattinaggio montata al centro della piazza e sullo sfondo un'enorme ruota panoramica illuminata di bianco, quasi fosse anch'essa nient'altro che un cristallo di ghiaccio... Attorno mille voci – molte in francese o in olandese, ma alcune anche in italiano... - e tante storie... Ma la vista più bella si apre ai miei occhi quando giungo alla Grand Place, il cuore di Bruxelles e, davvero, una delle piazze più belle d'Europa... le bancarelle si fermano laddove le vie si immettono nella piazza, lo spettacolo è tutto per il gigantesco albero di Natale che troneggia al centro e per il gotico Hotel de Ville illuminato come in una fiaba da luci che danzano tra le guglie e le tante finestre a tempo di musica. Io e la mia sorellina ci fermiamo rapiti, sotto la pioggerellina gelida mista a ghiaccio, con in mano i regali che abbiamo trovato...
Guardo le luci ed ascolto... riconosco i brani... osservo chi come me volge gli occhi a questa festa di colori che mi ricorda tanto i giochi di luce ed acqua che un anno e mezzo fa abbiamo vissuto in Piazza di Spagna a Barcellona... La musica scorre... il brindisi della Traviata spinge una giovane coppia a ballare al centro della piazza... ovviamente, non in modo serio... lui esagera, lei lo segue ridendo... non riesco a non invidiarli in questo momento!! Ma ora è la Barcarola di Offenbach... e tutto attorno a me diventa nebbia... non posso non pensare alla scena de “La vita è bella” di Benigni, quando lui, di nascosto mette il disco di questo pezzo e dirige l'amplificatore verso il campo di concentramento... ormai a questa musica ho associato la tenerezza di quest'immagine ed il senso di smarrimento di un vuoto che si propaga come nebbia nello spazio nascondendo tutto e tutti... e penso a chi è stato qui prima di me, a chi non ha visto la bellezza di queste luci gioendo perchè aghi di pioggerella gli tormentavano il viso... Un boato scuote l'aria... è il suono possente di un coro che intona un brano di Bach... e torno ad osservare le luci che si proiettano ora in modo da esaltare le ardite forme gotiche slanciate verso il cielo... maestosità ed inquietudine si fondono nel farmi sentire così minuto, cosi vulnerabile... Ora un pezzo nuovo, che non mi sarei aspettato, anche se famosissimo... le Danze Polovesiane di Borodin... a lei, G., piacevano tanto, appena le avevo parlato di musica classica me le aveva canticchiate chiedendomi cosa fossero... ancora un malinconico pensiero, anche se niente è stato e molto tempo è passato... dinanzi a me una coppia di signori siede ai tavolini di un bar, soli, incuranti della pioggia, avvolti nei loro pensieri... e quasi mi sembra di vedere la proiezione del mio stato d'animo... Mi volgo e scorgo a pochi passi da me una ragazza con l'ombrello aperto, da sola... è carina, starà aspettando qualcuno... all'improvviso sento una mano stringere la mia... è mia sorella... quanto sono contento che in questi giorni sia qui con me! Anche questa giornata a Bruxelles, tra una mostra, acquisti e mercatini non sarebbe stata la stessa se fossi venuto senza di lei... è tardi, dobbiamo incamminarci verso la stazione... la musica è cambiata e, seguendo un balzo temporale non indifferente, le note di “Who wants to live forever”, si spandono nell'aria e nel mio cuore, prima che lanci un'ultimo sguardo e prenda la via verso casa...
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