Freddo... freddo intenso che impregna i vestiti e penetra nelle ossa, sale dal fiume e punge il volto. La grande ruota di Londra è là, sull'altra rive del fiume... dalle cabine fasci luminosi di colori danzano nell'aria palpabile dal gelo e vi si disperdono riflettendosi sulla superficie apparentemente immobile del fiume, solcata a tratti da fugaci ombre di imbarcazioni. Da lontano arriva la musica attorno al Big Ben e ancora più su fio a Trafalgar Square. In attesa... dei rintocchi di mezzanotte, dei fuochi d'artificio... di vedere il cielo brillare e gli edifici, oltre la riva, scomparire dietro il fumo tracciato da evanescenti filamenti di luce... e tenere il fiato sospeso, per pochi minuti, con lo sguardo all'insù, rivedendo in rapida successione sensazioni e pensieri, o magari non pensare proprio, nemmeno al freddo, che fino ad allora ti stringeva in una morsa, per pochi minuti soltanto, prima che il calice di plastica si svuoti ed i bocconi di pandoro inzuccherati finiscano. Prima di tornare a percorrere le strade segnate dalla folla e nella tarda notte di follia collettiva abbandonate a se stesse.
Quelle strade percorse a parata, il giorno dopo, come fosse carnevale, come se la città volesse abbracciare se stessa e scaldarsi col proprio calore, pulsante di vita. O come quelle strade, sul mercato di Portobello, affollate di gente, il sabato mattina, dove oggetti nuovi e antichi si mescolano e colmano le vetrine o i banchi che si protaggono fin sulla strada, ed attirano l'attenzione, distolgono gli occhi e fanno incrociare per un attimo soltanto sguardi sfuggevoli destinati a non incontrarsi mai più. O quelle vie, decorate a festa, traboccanti di mercatini e capannette di legno, tra il verde di Hyde Park. O quelle strade, infine, deserte la sera, spazzate dal vento umido che sale dal Tamigi, fino alla Torre ed al suo ponte più famoso, o quell'altro, costruito all'inizio del nuovo millennio, che pare sospeso nell'aria e sembra portarti dritto in sulla cupola imponente della cattedrale.
E' diversa, Londra, anche in questi giorni... è diversa nei musei, enormi e magnifici, i cui tesori sono aperti al pubblico liberamente quasi fossero parte di ogni abitante della città, arredi di salotti lungo cui poter camminare ogni volta che si passi di lì e se ne abbia voglia, è diversa l'atmosfera che respiri camminando per la città, con le sue luci e le sue brutture, con la pista di pattinaggio che riflette le possenti mura della Torre di Londra, e con le sue manifestazioni imponenti, siano esse contro la torcia olimpica, o migliaia di scarpe distese davanti all'ingresso di Downing Street, o contro la guerra davanti alla National Gallery, che raccolgono genti da ogni angolo del mondo, e tutto sembra incredibilmente piccolo, o incredibilmente grande, a seconda dei punti di vista. Ecco, forse è questo così speciale anche rispetto ad altre grandi città... o forse è il camminare e camminare senza accorgersene, senza sentire il peso opprimente di una grande metropoli.
L'acqua delle fontane in Trafalgar Square sono gelate, la notte, e sulla superficie liscia si specchia il profilo della National Gallery, le luci dei palazzi, le ombre che attraversano la piazza ed i fari degli autobus rossi a due piani... freddo, ancora, ma non ha importanza, perchè ormai è ora di andare...
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