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Le quattro virtù fondamentali del Confucianesimo - camminare in South Korea


 


"Ji" means "wise", wisdom that knows which one is right or wrong "In" means "generous", a mind that loves people "Ye" means "polite", an attitude that respects or consiers other people "Ui" means "righteous", a mind that feels ashamed of injustice "Shin" means "reliable", a mind that is reliable and trustful




"In", "Ui", "Ye" e "Ji" sono le quattro virtù fondamentali del Confucianesimo, le direzioni cui tendere come essere umano, i punti cardinali dei quattro bastioni principali delle mura di Seoul: Nord, Sud, Est ed Ovest.

Saggezza, Benevolenza, Rispetto, Giustizia, Sincerità. Sono le caratteristiche che un re deve coltivare e possedere. Sono le qualità del guerriero che scala la montagna, che affronta i ripidi gradini delle mura difensive. C'é un legame profondo, tra ogni passo e la sua rappresentazione nell'universo personale. Questi gradini, che spezzano il fiato e si inerpicano verso le nuvole, sono un riflesso dell'animo. E' un concetto molto orientale, che da parole antiche e pensieri dogmatici giunge fino al presente. Continua a salirmi in mente la Grande Muraglia. Qui, come allora, ho queste parole sconosciute che mi spingono, mi animano, guidano la mia mente. Perché ogni bastione conquistato sia un passo un po' più in alto, verso quell'immagine di guerriero dall'animo nobile e dal cuore indomito, perché sia una stella da aggiungere in quell'equilibrio universale di cui io sono un piccolo riflesso. E perché, dall'alto, anche io possa conquistare questa gigantesca città.



Il numero - ed i chilometri - di percorsi attorno a Seoul é praticamente infinito. Abbandonato il centro interminabile della metropoli, del resto, la natura inizia a splendere come gemme che si vorrebbe collezionare. Sono stupito ed affascinato da quante persone si incontrino su questi sentieri. Persone di ogni età, allenate, che fanno di questa attività una specie di sport nazionale. Del resto, nella terra dello Yin e Yang, dell'equilibrio sotto ogni aspetto, immagino, il camminare é qualcosa che va ben oltre il movimento fisico, é un'esperienza che trascende la bellezza di un paesaggio selvaggio dove esplode la primavera, gli alberi in fiore, e la pioggia di colori trapassati dal sole. E' una bellezza silenziosa ed inebriante, che cresce camminando e sprofonda in una sensazione di pace.



I picchi di granito, in lontananza, mi ricordano un paesaggio da sogno che ho visto a Zhangjiajie, in Cina. La foresta di roccia. Sono lontani, davanti a me, prima che vengano coperti dalla foresta sottostante. Da questa strada di pietra e di polvere dipartono di tanto in tanto sentieri laterali, marcati da strisce di nastri colorati. Marcano l'accesso ad un tempio, ogni volta, nascosto da qualche parte, dietro uno strapiombo o una salita improvvisamente ripida. Marcano l'accesso ad un'isola di calma e serenità, acqua corrente, silenzio nel vuoto, e colori vivaci. Piccole città della gioia, alcuni scintillanti all'ingresso, altri remoti e provati dal tempo. Penso ancora alle parole incise sulla pietra dei gradini. Penso al guerriero di animo nobile che li percorre. Perché il sentiero diventa ripido, ora che gli speroni di granito incombono sulla testa, e la strada non é sempre chiara. Ombre e riflessi. Prima che il vento spazzi via tutto, sulla nuda roccia, ora sospesa verso la cima. Quasi mi reggo aggrappato ad ina linea di ferro. I templi, i sentieri colorati da cordoni di nastri, le volte di acero rosso, i fiori più starni, sono tutti nascosti, da qualche parte, sotto il mio sguardo: li ho raggiunti, sfiorati, oltrepassati. Ora, che la montagna continua, alle mie spalle, in un saliscendi impetuoso. Come il vento che la sferza. Come il battito del cuore.



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