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Immagine del redattoreoytis

Le Gole di Samaria: verso il mare, tra le pieghe della Terra


 


3 maggio 2008


In cammino... mattina presto, l'autobus sembra arrancare sulle montagne e si dirige verso sud, tagliando l'isola in verticale... le gole di Samaria iniziano da qui, dall'aria fresca che mi risveglia dal torpore ed accende gli occhi assonnati – devo ancora recuperare la giornata di 48 ore di ieri, ma domani sera devo essere ad Iraklio, non potevo rimandare... Iniziano da una lunga scala di legno che scende velocemente, contornata da alberi che neanche si capisce bene come abbiano potuto crescere in punti tanto ripidi, e si apre sull'orizzonte, dove le montagne sembrano spaccarsi per lasciare posto al mare, indefinito in lontananza... eppure a me sembra già di sentirne il suono, come trasportato dal vento... Cammino e penso... penso tantissimo oggi... ad amici ed alle persone a cui voglio più bene, alla mia strada ed ai passi che si susseguono lungo questo sentiero... ombre e giochi di luce si alternano nascosti dagli alberi, riflessi sul sottile filo sterrato che corre giù dalla montagna, tra strapiombi improvvisi e spianate ciottolose... in mezzo, ogni tanto alberi solitari si stagliano di profilo contro il cielo limpido e già caldo...

Raggiungo il letto del torrente, il percorso rimbalza da una parte all'altra attraverso ponticelli di legno dall'aspetto instabile... l'acqua gorgoglia e rimbomba nelle orecchie... è fresca, quasi gelida, cristallina... vi immergo le mani e chiudo gli occhi, ed è una sansazione bellissima, mi sembra di sentire la vita...

Una chiesetta in lontanaza, antica, protetta dagli alberi: la pietra si accende dai raggi del sole che filtrano attraverso le foglie... due anziani seduti giocano a scacchi e parlano tra loro, due asinelli riposano incuranti, come i loro padroni, di chi, come me, capita qui solo di passaggio, solo una volta... tutto sembra avere il sapore di antico, di tempi perduti, così come le rovine del villaggio, poco più avanti, adagiate nel silenzio oltre un ponte sospeso nell'aria...

Mi fermo e ascolto... il sussurro del vento ingrossa la propria voce... riprendo il cammino e scendo ancora, e all'improvviso il paesaggio cambia: deserto davanti a me, una via disegnata dai sassi candidi ed accecanti, diritta si incunea tra due pareti verticali... il vento è forte, prepotente e copre ogni altro rumore... davanti a me nessuno, mi volto e nessuno... avanzo come al cospetto di un oracolo, quasi mi vedessi dall'alto... e cerco di assaporare ogni passo, di resirare ogni folata...un rumore alla mia destra: delle caprette balzano tra un masso e l'altro; in mezzo, il vuoto... si chiamano kri-kri, sono incredibili nei loro movimenti... vorrei fotografarle nel momento in cui saltano ma sono davvero troppo veloci... la mamma procede e segna il persorso, i due cuccioli, tenerissimi, arrancano per starle dietro...

Ma avanzo ancora e le gole diventano poco più che una fenditura... finalmente, sono alle Porte di Ferro!! Il vento sibila tra le rocce e mi narra storie lontane... leggenda vuole che sia l'alito del dio Apollo, passato di qua assieme ad una ninfa... sollevo lo sguardo ed il cielo è costretto tra due ali di roccia, sembra un fiume limpido sul quale si riflettono le ombre di tronchi nodosi sospesi nell'aria... ma un fiume c'è veramente, sotto i miei piedi, sotto uno di quei ponticelli... anche lui sbucato fuori all'improvviso, anche lui costretto attraverso questo corridoio... sfioro con la mano la roccia modellata dal vento, sotto il mio tatto sedimenti che racchiudono la storia di milioni di anni... rabbrividisco... davvero questo

posto ha un che di divino...

Cammino, il mare davvero non è lontano, davvero è suo il suono che ascolto, il profumo che sento... il paesaggio cambia ancora, ed un villaggio di pescatori si apre sul mare, oltre una chiesetta bianca circondata da croci di calce dello stesso colore... Il mare!! Cristallo, smeraldo, si apre verso sud, verso l'Africa... mi tuffo in acque: è fredda, viva, quasi come quel ruscello... bisogna nuotare, abbraccio l'azzurro davanti ai miei occhi, e torno indietro... in piedi sulla riva, non guardo niente in particolare... la Libia è là, oltre quella linea azzurra, dove cielo e mare, indefiniti, arrivano a sfiorarsi...


(picture from the web)



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