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La Sirenetta


 




Lungo i canali, accarezzati dal vento che a tratti li sferza, freddo e improvviso, le barche ondeggiano pigre ed edifici scintillanti si specchiano sulla superficie dell'acqua. E oltre, architetture moderne si alternano a palazzi reali, sobri ed eleganti, come elegante è tutta questa città, affacciata sul baltico, riscaldata dal sole in questi giorni di maggio, che vorresti distenderti su uno di quei  prati tra i vasti giardini, lì proprio nel cuore della città, o magari camminare per mano tra piante esotiche ed un cono di gelato. La vedi dall'alto, ansimante per i quattrocento gradini attorcigliati su un campanile che sembra venire dall'est, tanto curiosa ne è l'architettura, e senza fiato per la vista sotto i tuoi occhi... a volo d'uccello, cerchi i canali che sembrano strade, cerchi il mare e corri lungo il ponte proteso verso la Svezia, un'ombra lontana ed indefinita, e torni indietro sui giardini Tivoli, che sembrano usciti da uno di quei cartoni animati di un tempo, e parte integrante di quei giocattoli fatti di legno e dipinti a mano. Ti pare quasi di vederli camminare, i soldatini, tra giochi di luce, architetture fantastiche e aiuole fiorite.

E poi, lo attraversi davvero, quel ponte, ed osservi la città ora lontana da un altro punto di vista... aspetti il tramonto, su un lembo di terra proteso sul mare e con la gigantesca torre avvitata su se stessa alle tue spalle. Ora è lei, Copenaghen, un puntino lontano e fuori fuoco... e in quel punto, un punto ancora più piccolo, la Sirenetta affacciata sul mare... sai che è lì a guardarti, per quanto piccola e defilata possa apparire...

E ancora ripercorri quella strada sospesa sul mare, vai a nord, lungo la costa, dove grigi nuvoloni avvolgono castelli imponenti, e cannoni puntati alla terra laggiù, oltre il mare, da questo punto davvero molto vicina, e tra le mura ti sembra pure di sentirli, i versi tragici declamati da Amleto, prima che il vento dal mare arrivi e se li porti via, prima di tornare indietro, e percorrere lo Stroget un'ultima volta, e accarezzare con lo sguardo i canali battuti dal vento... ma il freddo svanisce in un abbraccio, e ti accorgi che è già ora di partire...




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