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Immagine del redattoreoytis

La piazza di Telc ed i castelli della Repubblica Ceca


 



Maggio 2010


C'è una cittadina, immersa nell'ondulata campagna della Repubblica Ceca, costruita su quella che di fatto appare un'isoletta circondata da piccoli laghi. Ci arriviamo al tramonto, dopo aver attraversato un temporale di primavera, quando le nuvole riflettono la luce del sole e tingono di rosa un cielo solcato per intero da un arcobaleno, e la luce radente allunga, quasi scolpendole, le ombre sulle facciate rinascimentali che dominano tutto il perimetro della piazza centrale. Telc, in realtà, non è molto più di questa piazza, immensa, delimitata da porticati, edifici disegnati col pennello, l'immancabile castello, e scandita al centro dalla presenza di fontane, sulla cui superficie appare, per intero un mondo capovolto. E' detta Venezia della Moravia, ma per me, semplicemente, è uno di quei luoghi dell'anima, che si rivela all'improvviso... per il momento, per un arrivo, per un ricordo, o semplicemente per la bellezza... è uno di quei posti in cui arrivi e per chissà quante segrete ragioni non vorresti altro che legare l'attimo di un momento, le sensazioni, al ricordo di un luogo.



Lungo la strada, zigzagando da Praga verso Brno, si rivela l'anima più intima di questo Paese, del suo passato, e del suo tessuto sociale.

Lungo la strada ci sono castelli, fortezze inespugnabili ed inespugnate lungo le pieghe della storia, arroccate su speroni rocciosi dominanti macchie di foresta, o resti medievali di residenze feudali, rovine sferzate dal tempo e dal vento che compongono perfetti quadri romantici. Di qui passava la storia, l'imperatore del Sacro Romano Impero, e la sua corte. Lungo la strada ci sono grotte meravigliose, vertiginosi gioielli architettonici creati dalla natura. Perchè di qui passano anche le acque di un piccolo fiume, che incessantemente, dall'alba dei tempi, scava e modella il sottosuolo del carso moravo. E ci sono infine quelle cittadine che non ti immagini, spuntare all'improvviso allo svoltare di una vallata, o lungo un declivio dipinto dagli acquerelli della natura, che si sviluppano attorno a centri rinascimentali, in cui ogni piazza, ogni strada, ogni linea tendono a quella forma razionale della città umana.




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