L'altro ieri sono andato a Bruxelles. Non per scattare foto, non per vedere quei famosi mercatini di Natale che rincorro ogni anno. No. Mancati di un soffio, in realtà, perchè ufficialmente inizieranno questo fine settimana. No. Perchè davvero come tempo ho trovato la giornata peggiore, freddo pungente e pioggia scrosciante. Bruxelles è davvero particolare, a mio avviso... meravigliosa attorno la grande piazza centrale, intrisa di un malinconico senso di decadenza, quand'anche si percorrano poche centinaia di metri. La mattina, nel grigiore intriso di pioggia, sono uscito dalla stazione Zuid, quella tirata a lucido dei treni internazionali ad alta velocità e mi sono trovato nel Marolles, quartiere particolare e sicuramente rappresentativo di questa sensazione, con gli edifici storici, tra periodo industriale e Art Noveau riutilizzati come semplici abitazioni, all'incredibile mercato delle pulci, crogiuolo di popolazioni provenienti da lontano ed incredibile accozzaglia, malgrado la pioggia appena scesa, di oggetti improbabili, intrisi d'acqua ed accatastati come fosse una giornata di sole.
Verso sera, mentre i nuvoloni di diradavano e scomparivano inghiottiti nel buio che avanzava, raggiungevo la Grand Place e quasi d'istinto camminavo senza meta e senza soluzione di continuità nelle viuzze attorno ad essa. Non c'erano luci, nella grande piazza... soltanto al centro, si ergeva un gigantesco albero natalizio costellato di una cascata di candide luci brillanti che operai al lavoro sollevati da una gru stavano intracciando tra le fronde. Saltuariamente, un fascio di luce colpiva le forme gotiche del municipio e dagli altoparlanti partivano alcune note. Seguendo il tradizionale percorso Natalizio, una schiera di casette in legno, allineate e serrate a doppia mandata, si schieravano ai lati della strada, fino alla pista di pattinaggio, ghiacciata, e la gigantesca ruota panoramica che, ombra perfetta nell'ombra della sera, restava immobile e priva di luce a chiudere una cornice ideale. Quelle stradine, che in poche ore saranno affollate di gente, colori ed aromi, erano deserte e silenziose, e soltanto qualche musicante di strada un po' improvvisato, un po' strampalato, da un angolo, diffondeva qualche motivo popolare.
Ho pensato che in fondo anche questo è un modo, curioso ed insolito, di osservare questo evento che in questi anni è stato un po' un rito. Un rito che in qualche modo, per vie traverse, ho la sensazione di aver adempiuto ancora una volta. Flusso tra luoghi e stato d'animo... e la direzione resta sconosciuta.
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