Mi respinge, si oppone, mi tiene in piedi quando mi lascio cadere in avanti. Un vento rabbioso. Come rabbiose sono le onde che si infrangono sui massi che in mezzo al mare disegnano una lunga linea retta. E' una strada, tra due ali d'acqua, che scende dal nord dell'Olanda, verso Amsterdam. E poi, ancora, un'altra, devia verso il centro. Acqua rabbiosa che sale sui primi gradini, che salta di metri appena disfata sugli scogli, che impregna un'aria che vola via prima ancora che finisca il respiro.
Fine settimana d'ottobre. E tempesta d'acqua e di vento.
Così come la mattina, presto, sotto un cielo grigio, scavalco il recinto che segna l'esistenza di un paese, due case distribuite su una strada che corre parallela all'oceano. Un oceano, eppure, che non si vede: ché la terra é più bassa del mare, e tra questa e le acque viscide e fredde corre una lunga collina artificiale che fa da argine. Salito, in cima, scorgo una nave a vela che esce dall'orizzonte. Come un quadro, un dipinto di qualche pittore fiammingo con quel cielo grigio e cupo, quel vento che ti spinge indietro, tanto da farti credere di volare, ed una pioggerellina gelida e tagliente che ti sferza il viso. La gente del luogo ci ha detto che non si resta più di dieci minuti sul fianco esposto della collina. Tutto, in questo silenzioso sibilare del vento, parla d'Olanda.
Sembra quasi impossibile, eppure é proprio quando il traghetto ha attraccato che é rimasto aperto nel cielo uno squarcio d'azzurro. Poche ore di tregua. Ed io che sono qui, dopo un anno e oltre, nell'isola più a nord, più solitaria e selvaggia. Arrivavo a piedi dal mare, allora, oggi perso tra dune, polder e casupole dai tetti spioventi, dovrò accontentarmi di una spaggia strappata per qualche ora all'oceano. Bassa marea. E riflessi da sogno. Cammino nel cielo. Letteralmente. Con l'aria fresca che inumidisce gli occhi e le orme che si cancellano in fretta sulla sabbia bagnata. Un infinito di niente, d'assenza, di una linea che non esiste. Uno di quei posti dove ti metteresti a correre ed urlare, ridendo. Che, come quei riflessi, si specchia nell'anima e le da fiato, le spalanca una porta, come a dire "ecco, respira".
Comments