Non ricordo nemmeno il nome di questo paesino. So che mi ci sono arrampicato, in macchina, curva dopo curva, lentamente abbandonando ad ogni tornante i battiti del tempo presente, per abbracciare un ritmo diverso, scandito da rintocchi di campana e voci di uomini anziani che si spargono nella piccola piazza. So che c'era un castello, austero e diroccato, che si elevava sopra una roccia, ed oltre il vuoto, mentre di fronte si sovrapponevano come un muro impenetrabile le facciate intonacate delle case, una sull'altra ad arrampicarsi sul fianco del monte. So che mi sono perso, risalendo quelle vie che si incrociavano una con l'altra, alla ricerca di un punto panoramico da cui poter guardarmi indietro, verso il castello, soltanto per scoprire, ansimando tra un vicolo e l'altro, che la cima di quel villaggio pareva essere una meta segreta ed irraggiungibile. Ed alla fine sono sbucato su una terrazza, sguardi drammatici di sculture allineate, nuovamente verso la cattedrale ed il piazzale antistante, punto nevralgico, punto avvolto nel silenzio, come ogni angolo, ogni strada, ogni casa, apparentemente deserti, abbandonati sotto il segno del tempo.
"...Allora incontro ti verran le belle
Spiagge della Trinacria isola, dove
Pasce il gregge del Sol, pasce l’armento..."
(Omero, Odissea)
Un po' confezionata, forse, ma bella e splendente. Che la guardi dal mare, lungo l'uncino disegnato dal porticciolo, dalla costa lunga e sabbiosa, o dall'alto della rocca che la sovrasta. Cefalu. Le strade strette che scendono verso il mare, anche se a catturare lo sguardo é la prospettiva dei balconi ed i colori caldi delle pareti, un labirinto regolare che mi travolge con i suoi spiragli di luce ed i profumi che escono dai negozi o dai ristoranti. E' il punto in cui ritrovo la presenza marcata di turisti e luoghi affollati, come un ritorno da un lungo viaggio, silenzioso e solitario, che ora inizia a chiudersi. E' i racconti dei nonni prima, dei miei dopo, che in passato sono stati qui e da qui hanno raccolto le loro immagini della Sicilia. E' il mare azzurro e trasparente, infine, che specchia il pease come se vi si stessa catapultando dentro, la rocca, il duomo con la sua cupola coperta d'oro e lo sguardo fisso del Cristo Pantocratore.
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