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L'anima silenziosa di Budapest


 



E' alla sera che, se ancora avessi dei dubbi, capisci perché sia soprannominata la "perla del Danubio". E' una perla, sì, incastonata sul fianco della collina, Buda, la città vecchia, le architetture che illuminate nel buio sembrano da Mille e una notte. Anche perché lo senti che é un'altra Europa, protesa verso oriente. Il castello, la chiesa di San Mattia, il bastione dei Pescatori, oltre il ponte delle Catene che si protende verso il Danubio.

Con le sue scalinate vuote ed i vicoli illuminati e silenziosi, la sera, ritrovata pace dopo che i visitatori se ne sono andati. Il silenzio é tuo, infine. E di suoni lontani intonati da strumenti solitari trasportati dal vento. Quel vento che ti sfiora il viso appoggiato alla balaustra e lo sguardo verso l'altra città, Pest, le luci in movimento e la vita che trascorre anche la sera, attorno la cattedrale di Santo Stefano e Vaci Ulica, dove si affacciano negozi, souvenir, ristoranti e locali. Due anime diverse che si fondono, in mezzo il Danubio, lento e maestoso sotto i ponti distribuiti lungo la città. Anime che si fondono e si alternano, con la luce del giorno e quella del tramonto, e le voci che passano e vanno via sperdendosi nell'aria. Come il profumo delle rose, sul sentiero che porta in cima, o come il sapore dell'aria sul fiume, l'aria più fresca che la notte spira tra le due sponde, sulla terazza di un battello.



Oggetti, di legno, le immancabili matrioske, le bambole vestite a festa ed i pizzi. Le donne anziane lo vendono anche nelle strade. Un mercato gigantesco, verso sud, dove vita quotidiana e  folle di turisti curiosi si incontrano. Ai banchi é appeso di tutto. Non solo pizzi e merlature. Qui ci sono i peperoncini. Rossi, gialli, secchi o appena raccolti, infilati in gigantesche collane che si alternano alle corone di aglio. La Transilvania é vicina. Basta uscire dalle vie del centro per scoprire che anche la perla porta ancora i segni del passato comunista. O almeno i segni di una vecchia nobile un po' trascurata. Anzi, arrivare in treno ed uscire dalla stazione ha l'impatto di toglierti il respiro.

La sinagoga più grande d'Europa... anche questo é il segno di un passaggio, di ferite che attraversano confini, ed un capitolo di storia. E storia sono le terme, meravigliose, che dal tempo dei romani sono utilizzate e vissute come vero e proprio tratto culturale. Come le più famose, incorniciate da decorazioni Art Nouveau ed un'atmosfera d'altri tempi, ancora una volta. E nel silenzio dei vapori caldi, nei rumori fusi ed indistinti che rimbombano nella piscina, percepisci soltanto il suono distinto e cristallini di rivoli d'acqua che sgorgano, increaspano superfici e carezzano la pelle in un abbraccio rigenerante.




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