Ho sempre pensato a Parigi come un luogo magico, particolare, da andare con una persona non a caso, ma una speciale. Ho sempre mormorato il nome di questa città accostandolo alle poesie di Prevert e Baudelaire, rileggendo nella mente l'epopea dei Miserabili di Victor Hugo, addentrandomi con la fantasia nei suoi cunicoli sotterranei o lungo il selciato lastricato in rivaalla Senna, o magari ascoltando la voce cristallina di Maria Callas cantareuna delle sue arie più celebri. E tante altre “visioni” potrei rievocare...
Sono stato a Parigi quando avevo dieci anni e non ho un bel ricordo, ancheperchè appena arrivati un inconveniente ci aveva rovinato la vacanza. Per il resto, ho ricordi sfocati, di luoghi vissuti con amarezza e passati via difretta. Il ricordo più nitido che conservo è legato a Montmartre, alla sua scalinata lungo la collina fin su alla basilica.
Parigi è così vicina a qui, col treno ad alta velocità, che è quasi un delittonon esserci mai andato... così, visto che non voglio aspettare la pensione per andarci con “quella persona speciale”, ci andrò con le due donne della mia vita, che in questi giorni animano le mie giornate quassù, tra giri, spese in negozi di cui nemmeno sapevo ancora l'esistenza, piccoli regali esortite di ogni genere, e che ovviamente sono più che speciali nel mio cuore.
Sperando di annacquare quel ricordo triste e sfocato di bambino e sicuro di tornare ancora, perchè lo so c'è tanto da vedere e spero molto, molto ancorada vivere... Contento di partire, per qualche giorno...
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