Cos'é? Cos'é questa distesa di sabbia? Non é una spiaggia, no, non può essere, col mare lontano centinaia di chilometri. Non é deserto, com'é possibile, qui dove tutto é acqua. O forse sì, sarà proprio così, uno scherzo del terreno, una spiaggia dimenticata dal mare o semplicemente quello che é adesso, una distesa di dune che al centro di una foresta creano un paesaggio surreale. La vista si abitua al bagliore della sabbia bianca e calda. Per un giorno, almeno, oggi che il sole é limpido in cielo ed i passi affondano su declivi tiepidi ed instabili. Allorapoggio la mano a terra, per sentire il terrreno, per farla scorrere impalpabile tra le mani questa terra. Affondando le dita sotto uno straterello secco che si frammenta al contatto. Ed allora, sul palmo della mano ancora emerso sbatteranno i granelli di sabbia trasportati dal vento. Sete. Inaspettato pensarlo. Eppure é deserto, sì anche se gli alberi sono là sullo sfondo. E nel frattempo affondo ancor più i miei passi sul crinale di una duna che sale di fronte a me, seguendo le onde di cespugli secchi che spuntano qua e là. Con un po' di immaginazione, forse, moltiplicare questo molto più in là, e riascoltare il silenzio ogni volta. Scorgere dei cavalli che incedono lenti più in basso, quasi lontano, rompere il terreno apparentemente immobile e brullo che hanno dinanzi. In attraversamento...
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