top of page
Immagine del redattoreoytis

Il Redentore


 


Forse dovevo camminare lungo i canali del nord, sferzato dal vento e sotto il cielo plumbeo di nuvole, per desiderare di tornare a Venezia. Forse doveva solo passare un po’ di tempo dall’ultima volta che sono andato, qualche settimana dopo la laurea.


Ho ricordi ed immagini legati a questa città; ho sguardi, incontri mancati, mani sfiorate. Camminavo per le calli, sabato, attraversavo ponti, e come sempre mi perdevo, perché trovare il filo d’Arianna in questa città non è possibile, e forse neanche voluto. Ed in ogni luogo, rivivevo istanti e rivedevo quelle immagini, alcune, foto vere, altre solamente sensazioni, commistione di suoni, colori ed emozioni. Attraversavo Rialto e mi ritrovavo bambino a guardare maschere e vetri colorati e poi in cima, innamorato, stringere gli occhi controsole ed osservare altri occhi, azzurri come il cielo, ornati di una maschera dipinta, che sfocavano la vista su Canal Grande; giravo laddove alla mezzanotte di capodanno avevamo pagato il primo caffè in euro, e poi giù fino a San Marco, dove tra musiche di Vivaldi e maschere lisce e malinconiche coloravano il carnevale. Osservavo il Ponte dei Sospiri da dietro, seminascosto, tra le ombre della sera, e camminavo lungo il ponte dell’Accademia verso le Zattere, dove viveva il mio amico, e dove dopo un martedì grasso sotto il sole ed una notte passata lungo le calli che via via si svuotavano, ci risvegliavamo in una città coperta da un manto di neve e percorribile soltanto attraverso le pedane di legno sopra l’acqua alta. E quel ponte, lì vicino, dove esausti si siamo seduti ad attendere l’alba del primo gennaio, o quel leone su cui, tre amici, sfidavamo il freddo ed il mondo. Rivedo altri occhi, ed un bacio mai dato, che non ho mai capito se avrei dovuto. "Magica Venezia" mi ha detto più volte un amico… "anche se a me non è che abbia portato poi mai tanta fortuna" gli ho sempre risposto io… ma camminando, ancora una volta, tra quei luoghi, leggendo quei nomi che in loro stessi racchiudono un alone di magia, ho sentito un alito di malinconia trasportato dalla brezza del mare…


Adoro i fuochi d’artificio, da sempre, e non ero mai stato alla festa del Redentore. Non avevo mai visto il lungo ponte galleggiante e la marea di gente attraversarlo, le barche riempire il bacino del canale, i Veneziani festeggiare con tavole imbandite ai suoi margini. Non solo loro, ma è evidente che per loro soltanto è il vero significato di questa giornata. Ce lo racconta anche una signora in attesa davanti ad una transenna, ce lo raccontano i negozianti lungo la strada, che questa sera scapperanno a festeggiare, prenderanno le loro barche e come piccoli lumini percorreranno le vie "strade" della città. Non ho mai visto tanta gente a Venezia, né a carnevale né a capodanno, a tratti sembra mancare il respiro… E poi ci sono loro, i fuochi, ad illuminare nel cielo le sagome di edifici eleganti e la vita di una città che non ha pari. Mi sono sempre piaciuti i fuochi, mi rapiscono lo sguardo come fossi un bambino, mi fanno immaginare il cielo stellato e conducono i miei pensieri lungo le loro scie di luce, abbaglianti ed effimere. Vorrei voltare lo sguardo altrove, e cercare altre luci, ma so che non ci sono…



Bel gatto, sul mio cuore ardente: ritira l’unghie e lasciami annegare nel tuo occhio rilucente d’un lume d’oro e d’agata. Quando si perdono le mie dita lente nel tuo capo e l’elastica groppa ti palpano voluttuosamente come per trarne un brivido, rivedo la mia donna: ha nello sguardo, come te, bestia amabile, un taglio freddo e pungente di dardo, e tutt’intorno al bronzeo suo corpo un'aria fine, un infingardo perfido effluvio naviga.

(C.Baudelaire)



#Venezia #Venice FestadelRedentore #Italia #Italy

2 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Postdam

Il Muro

Comments


bottom of page