Come un viandante, mi inoltrerò su questo sentiero, tra due ali di alberi che tremano infreddoliti dal gelo. Affondano le scarpe sulla neve, come affondano i pensieri nel cuore, ma non ci sarà neve, vento , acqua a stendervi un manto come spariscono le orme dietro di noi. Nella neve fin a sentire la terra, nuda e ghiacciata, le foglie d'autunno che si frantumano sotto ogni passo. Percorro quel margine sottile, dove l'acqua diventa ghiaccio e trattiene gli ultimi riflessi prima che vengano inghiottiti in un'effimera impassibilità. Oltre é gelo, distesa deserta e brillante, mossa dal vento che imperterrito spazza ogni cosa, solleva cristalli di ghiaccio come fossero grani di sabbia, e li porta fin al viso, agli occhi umidi, alle narici. Disegna forme astratte, il vento, su una tavolozza monocromatica. E dietro, tra gli alberi, le ombre si tingono d'azzurro, il bianco acceca, la luce del sole colora. Mi addentrerò, sì, seguendo il ruscello ghiacciato, ascoltando il silenzio, sfidando il gelo che stringe le mani, strozza i pensieri, soffia su ogni cosa. Come quegli steli che ancora non sono sommersi, i giunchi da un lato, ed i fiocchi di neve che coprono stelle con altre stelle. E tra un ramo e l'altro saltella qualche animale, balzi piccoli perché il freddo intirizzisce le ali, e sul lago chiacciato come sentinelle cigni e papere stanno a guardare... oltre, all'orizzonte, chissà dove altro, verso il sole che già sta calando, lo senti sulle mani, sul viso, lo vedi nelle ombre che già iniziano ad allungarsi, mentre qualche anatroccolo attraversa la strada, si specchia nell'acqua e non si muove, finché l'abbaiare lontano di un cane si fa più vicino. E porterò avanti un altro passo, con lo sguardo, con meraviglia, con dolcezza e magari un po' di malinconia, col cuore, certo, e come potrebbe non essere così...
Nevica... una settimana fa, ormai... e gela, soprattutto, da allora, ed anche prima. Mentre sale la febbre perché qui (o un po' più a nord) ghiaccio e temperature rigide potrebbero portare ad un evento raro quanto straordinario. Intanto, anche sui laghetti artificiali fuori dalla finestra dell'ufficio, sono state disegnate piste di pattinaggio e la gente sfila in continuazione. C'é la magia della neve, che di per se riporta sempre tanti ricordi, ed il fascino che illumina il viso fin da bambini. C'é il vento, che molto spesso non aiuta, ed andare in bicicletta non é uno scherzo, che sia mattina o la sera al ritorno, con le dita delle mani che perdono sensibilità ed il lucchetto che non si sblocca una volta arrivato. Ma il sole che sorge, sui campi innevati, proprio nella giusta direzione rispetto alla strada che va verso il lavoro, é una cosa bella, una di quelle che ci sono date come se non le avessimo chieste, e che vale la pena girare lo sguardo, anche solo un attimo e guardare. E basta poco per trovarsi fuori città, anche se nessuno vuole uscire di casa ed allora un giorno prendi la macchina fotografica e dici pazienza, secondo me ne vale la pena, finché c'é la neve.
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