Non avevo mai visto la rievocazione storica di una battaglia. Anche se mi sarebbe piaciuto e, visto dove mi trovo, da un po' tengo d'occhio una data importante dell'anno prossimo. Ma i bicentenari delle battaglie napoleoniche, le ultime, si rincorrono. E' così che mi sono trovato a Hoogstraten, un paesino belga piccolino al confine con l'Olanda. Qui, e nei villaggi dei dintorni, nel 1814, si affrontarono le truppe francesi e quelle della coalizione europea che cercava di disinnescare la carica napoleonica. Non c'é molto che sappia, così come non c'é molto da dire su una di queste battaglie che sono cadute nel silenzio sotto la polvere dei libri di storia. So solo, perché l'ho sentito di sfuggita, che si fronteggiarono 5000 francesi contro 6000 avversari. Nascosti tra l'erba, alta e verdeggiante di una domenica di inizio maggio, queste figure riemergono e si materializzano. Sparano i cannoni, colpi sordi in sequenza, e l'aria si riempie di fumo, la vista si accorcia di fronte ad un muro grigio impenetrabile. Poi, le truppe iniziano a muoversi, lentamente, avanzano in blocco. E' qualcosa difficile da comprendere, come facessero, come avanzassero, se davvero era così, per battaglioni schierati, caricare-mirare-sparare, e poi attendere che il turno passasse all'avversario. Difficile comprendere l'evolversi della battaglia, tra ritirate ed avanzamenti, per quanto in miniatura rispetto alla tragedia originale.
Quello che vedo sono le immagini di un film, le divise colorate, ogni battaglione il proprio colore, e le esplosioni di baionetta che presto le avvolgono dentro una nube di nebbia. Così, rimangono solo le estremità appuntite, brillanti tra un riflesso e l'altro che penetra l'aria densa, le lame scintillanti dei cavalieri che si muovono al galoppo, sferragliano nell'aria, impattando una contro l'altra. Dietro, invece, segue un tamburino, avvolto nel fumo, anche lui, confuso tra i fili d'erba. Mi viene in mente la figura descritta da De Amicis, come me la narrava la mamma, molto tempo fa. Perché così, alla fine, saranno apparse pure le Guerre di Indipendenza, quelle che aprivano una pagina dopo l'altra del sussidiario e che mi passano davanti alla mente come il ricordo improvviso, un lampo, degli studi di storia. Certo, queste immagini sono di un pomeriggio di divertimento, con le divise belle ed affascinanti, che marcano pedine di un gioco che si muovono e creano un effetto il più coreografico possibile. Cerco angolature e prospettive, senza potermi muovere, in realtà, se non con l'obbiettivo della macchina fotografica. La nebbia che si alza presto, tra cannonate e colpi di moschetto é un effetto scenografico eccezionale, a mio parere, ma rende immediatamente, a mio parere, la difficoltà del campo di battaglia, ed un tragico terrore che lo circonda, quello vero, anche allora, tra sequenze di battaglia diverse ed inconcepibili. Un uomo, oltre le fila delle truppe inglesi, avvolto nella nebbia, suona la cornamusa.
Comentarios