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Immagine del redattoreoytis

Il bacio


 


E' l'abbandono di lei tra le braccia di lui a colpire, magnetizzare lo sguardo e rendere tutto il resto impercettibile, ancorato ad un'altra dimensione. E' l'abbraccio, oltre il bacio, a riempire lo spazio. Credo che ci siano cose, siano un dipinto, una musica, il verso di una poesia, un particolare che fanno di un'opera qualcosa di immortale. Forse quello che immagino gli esperti definiscono un capolavoro, o forse nemmeno questo. Che é fortuna e sfortuna allo stesso tempo, perché la sovraesposizione porta a volte all'abuso ed alla distorsione. Ci sono opere che vanno oltre qualsiasi definizione, perché giungono nel cuore più profondo dell'immaginario. Credo che Il bacio sia una di queste. Te ne rendi conto quando le tela ti sta di fronte e, raggiungibile ed impossibilmente eterea allo stesso tempo, ti cattura ed avvolge da tutto il resto che sta attorno. E' strano pensare che soltanto un giorno fa ero lì, di fronte all'oro dei vestiti, alla pelle candida dei volti, allo sguardo perso di lei. La donna "al centro di tutto il proprio lavoro". Ed oggi qui, di ritorno, da una città tanto lontana ed elegante, dalle foto cercate, da quell'atmosfera mitteleuropea che ancora si respire e si tocca con mano negli sguardi e nei gesti della gente, dai caffé e la musica per le strade, in ogni angolo, ad ogni ora. Con l'inquieta consapevolezza che per partire da solo ci vuole sì un po' di coraggio, spirito d'avventura e indipendenza, ma serve anche un po' di stabilità nel cuore e nella mente. Sotto un altro cielo, a cercare di scorgere qualche stella. Perché oggi poi é notte di stelle cadenti, quelle che poeticamente chiamiamo lacrime. Come se ci fosse poesia nelle lacrime, come se avessi voglia di guardare un cielo che é coperto di nubi e cercare stelle cadenti, come se volessi credere nei segreti da esprimere. Non posso non pensare all'amore, a cosa sia. Proprio di fronte a questo quadro, di fronte a quell'abbraccio, abbandonato ed incondizionato. Ai gesti semplici che scorgo ovunque. Proprio come quell'abbraccio.

[...] E allora non posso non guardare ancora questo quadro e non pensare all'amore. Lo so, é un po' retorico, forse. Ed idealista, certo. Non pensare a chi ti prende per mano, ti abbraccia dalle spalle, ti ascolta. A chi ha una carezza per il tuo cuore, sempre e comunque, perché per quella persona tu sei straordinario. Senza rapporti di forza in entrambe le direzioni. Non posso non scorgerlo nei gesti semplici che incroci per strada e non chiederti perché, perché a te questo non é dato, pur spalancando il cuore. E non importa che le nubi stasera coprano il cielo, perché comunque non ci saranno stelle cadenti.


Nel Bacio si esprime la visione di abbandono e dedizione della donna nei confronti dell'uomo, uomo rappresentato proteso in avanti, in atteggiamento di forza protettiva e tenerezza nei confronti di chi si abbandona totalmente a lui: l'accento in questo caso si pone, quasi un'eccezione nel panorama della produzione klimtiana, sul connubio ideale, spirituale e fisico, delle due figure. Particolari espressivi quali l'estrema definizione delle mani maschili, nodose e affusolate al contempo, a contrasto con il nitore della diafana pelle della giovane innamorata, attribuiscono all'uomo una identità di approdo, di porto sicuro in cui potersi abbandonare, languidamente espresso dallo stato estatico della donna, finalmente libera di esprimersi nella sua fragilità femminile, con una mano morbidamente appoggiata sulla nuca maschile e l'altra in cerca di un tenero sostegno come in una carezza, rimettendosi a lui interamente. Non più quindi donna conturbante e solitaria, arbitro unico del mondo maschile in un gioco di rimandi e ammiccamenti erotici, ma dualità di principi vitali che si fondono, in un reciproco scambio di sensi e amore infinito, fissato nell'attimo di compenetrazione spirituale attuata dall'atto del dare e del ricevere. Rapiti in estasi estatica, gli amanti spiccano al centro della tela con tutta la forza espressiva del decorativismo simbolico ed allegorico di Klimt, in uno stile bidimensionale in cui lo sfondo altro non sembra che il riverbero del fulgore dell'oro dei corpi che, insieme, cinge e accoglie il momento estatico dell'Amore. Neppure il prato fiorito, con la sua vivace policromia, riesce a catturare lo sguardo. Questo è rapito dal gesto stesso e dal biancore della donna: ancora una volta protagonista, ma completa solo in quanto appagata dall'amore di colui che ama, a cui concede i suoi sensi, sentimenti, emozioni, in un abbandono totale ed incondizionato. E' ancora una volta la donna, dunque, a trasmettere la pienezza interiore più intensa, punto di partenza e di arrivo di sensazioni che in lei prendono forma e trovano la strada d'esprimersi: amore e morte, voluttà ed innocenza, salvezza e perdizione. Klimt, nel Bacio, è così riuscito nel difficile, se non impossibile tentativo, di fermare l'attimo di compenetrazione totale, di 'sympatheia' dell'amore, fissando in una dimensione a-temporale ed a-spaziale quel gesto di respiro cosmico che vive di per sé, incarnato nell'intreccio degli amanti. Irreale e reale al tempo stesso, il Bacio immerge lo spettatore in un mondo onirico di non-tempo, unica realtà spazio-temporale in cui trovano modo di esprimersi i sensi primordiali e le pulsioni vitali. Il fascino del quadro risiede nell'impossibilità di compenetrazione in tale perfetta, simbolica, eterna unione, nell'inafferrabilità di quel vago che l'avvolge, di cui si percepisce l'essenza ma non la sostanza, nell'ineffabilità ed indefinibilità di quell'atmosfera da subire. Mondo onirico, dunque, dove cessano i contatti con l'esterno ed in cui il non-tempo scaturisce dalla fissità del gesto incastonato tra preziosismi bizantineggianti, assolutezza stellare dello sfondo, astrattezza coloristica delle vesti, in un'atmosfera di totale estraniazione dal mondo. C. Tilloca, Klimt, Il Bacio: l'estasi dell'abbandono ovvero il non-tempo dell'amore, in "XÁOS. Giornale di confine", Anno I, n.2 luglio-ottobre 2002.



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