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Immagine del redattoreoytis

I "crazy piano's" ed il sapore del mare


 


Ieri sono andato a Scheveningen. Con un paio di amici. A vedere il mare, l'oceano del nord, così come si apre sulla spiaggia più gettonata, se così si può dire, quando é estate ed é una giornata di sole. C'é il vento, cha spira sempre, solleva un po' di sabbia, a seconda della direzione e magari sposta pure qualche carta messa giù su un asciugamano mentre si gioca a macchiavelli. Le nuvole scorrono a vista d'occhio, come fosse una di quelle riprese a tempo doppio. Riso freddo. E fredda l'acqua del mare, lunga lingua torbida che col passare delle ore si riappropria della spiaggia mentre si infrangono sul molo d'altra epoca proteso verso il mare.

Ritorno, come ogni luogo può essere. Ed ombre che vorresti afferrare. Di amici conosciuti appena arrivato, le braci portate su un tavolo a cuocere il pesce, mentre il sole tramonta ed una barca attraversa l'immagine. Di un fuoco, acceso una notte, e fuochi d'artificio raccolti nel cielo, di un giorno di maggio caldo ed assolato, di dune di sabbia e verdeggianti d'erba che nascondono sinuose linee di strade percorse in bicicletta. Passano così, le immagini, come diapositive, anche quelle ombre che ad un certo punto ti chiedi se esistano, una sera d'inizio marzo, il vento freddo ed il camminamento svuotato di persone, i "crazy piano's" e l'odore del mare, che si apre come l'anima, come una barriera lasciata crollare. Ed il silenzio interrotto soltanto dal mare, dal sussurro di un'ombra che non é mai stata, sotto la luna, sul molo in mezzo al mare, svanita come l'alito di vento che sferza la costa, ombre lasciate a metà che non sono mai giunte. Anche quando é giorno, ed é bello che ci siano nuovi amici, il sole a picco compie il suo giro e la marea 'danzava correndo verso il mare'.





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