E' come scavare, strato su strato. Scendere, dentro un ricordo sotto l'altro. E le pale dei mulini roteano, sibilando. E le fronde dei cespugli ondeggiano, sfiorando il palmo della mia mano. Sento che rimuovo, ognuno di quegli strati, riscoprendoli, rivivendoli, come se li stessi grattando via, uno ad uno. Ed ogni segno è anche un po' un graffio. Sono fatto così, così porto dentro i miei ricordi. Quando nevicava ed il vento spazzava il viso. Allora dei ragazzi pattinavano sul ghiaccio. Quando invece era primavera, dei ragazzi si tuffavano nell'acqua stagnante ed ovunque fiorivano margherite gialle. Erano i primi amici di Delft, ed avevamo risalito la Mosa in barca. Quando poi avevo portato mia sorella e mia mamma, noleggiato una bici, percorso le stradine. Era ancora primavera, un'altra volta, e pochi giorni soltanto, avrei scoperto la Grecia ed un modo nuovo di viaggiare. Ed infine, quattro anni più tardi, ero tornato, quasi a dire addio, due libri sotto braccio, una tesi e la storia di Capablanca, l'ainteresse per gli scacchi ed un vuoto nel cuore sempre più pesante. Le pale dei mulini roteavano, ancora, come oggi, ed io respiro la stessa aria, gli stessi passi. Avevo promesso di non tornare, a me stesso, sentivo che sarebbe stato così, ma forse è giusto così, aggiungere un altro colpo di pennello, un altro ricordo, una nuova immagine, una sopra l'altra, in un momento particolare che forse ancora di più mi fa sentire il sapore di luoghi, dei ricordi, di quattro anni e più vissuti qui, in questa regione. sembra che siano volati cia come un battito di ciglia. Come gli anni seguenti. Temo la velocità dal tempo, nelll'istante in cui la scopro, la riscopro. Ora che, per altre vie, potrebbe essere davvero così. Non so se tornerò. E questo posto, a mio parere uno degli angoli più belli d'Olanda, che appartiene indissolubilmente a quello stesso capitolo. Un capitolo di cui appunto anche le date, a volte, tramite concatenazioni di ricordi, come fosse un diario che ho scritto, il tavolo di un ristorante, una stazione incompiuta e soprattutto questa schiera di mulini selvaggi che ruotano come ruotano i ricordi, il mio stato d'animo, la mia malinconia ogni volta che mi guardo indietro, comunque ed ovunque volga lo sguardo, quel mio sentirmi in colpa di qualcosa che non saprei dire, eppure sì, anche se non saprei cosa cambiare se anche potessi. Ogni passo è un po' più pesante, anche quando muove nella bellezza.
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