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Lo sbarco, il silenzio, il dolore


 



Luglio 2010


Nomi... e date... innaturalmente ravvicinate... e ti rendi conto che a trent'anni quelli che hanno raggiunto la tua età, qui, si contano sulle dite delle mani... in un luogo dove a contare perdi presto il conto... su un dolce pendio, che scende oltre la siepe verso la spiaggia... quella spiaggia, lunga distesa di sabbia candida un tempo macchiata di sangue, come soldati sull'attenti allineati ceppi marmorei su un prato curatissimo... tutti insieme, nell'ultimo viaggio... ora é solo silenzio... mentre lontano giunge il rimbombo del mare... ed é triste pensare che per queste vite sia soltanto un ricordo passato...

Ovunque, non solo lungo la costa, ma in tutta la regione, riposano le salme dei caduti del secondo conflitto mondiale... alcuni sono misti, perché l'orrore della guerra non conosce distinzioni, perché ogni esistenza falciata dall'assurdità dell'uomo é un insulto alla vita, altri per fazioni, altri ancora per nazionalità. In ognuno di questi luoghi, ciascuno curato in modo diverso, foriero di emozioni differenti, alla fine prevale il silenzio, il rispetto, la riflessione.

Fa male leggere i nomi... i nomi assegnano un'esistenza, una storia, ad ognuno di queste persone, dicono che erano vive... e dicono che erano giovani... terribilmente. Ci sono la scogliere teatri dei eroici primi eroici assalti, con un terreno tutto un avvallamento, laddove l'erba nasconde i crateri delle bombe, ci sono i pezzi d'artiglieria che posti a difesa della costa, seminavano morte  già tra le acque del mare, ci sono le installazioni trasportate e costruite a tempo di record una volta sbarcati... Ma sono questi luoghi, silenziosi, geometricamente perfetti da ogni angolazione li si possa osservare, curati con devozione maniacale, che siano in una giornata bigia ed il mare là sotto soltanto ne senti l'eco, o illuminati dalla luce calda e radente del tramonto, o ancora esaltati dalla durezza dei raggi di sole a mezzogiorno, sono questi luoghi che rendono l'idea più alta della tragedia e, in assordante silenzio, invocano pace e libertà.



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