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Borgogna, tra storia e vini scintillanti


 



Mi piace questo luogo. Rallentare, seguire una strada persa nella campagna, senza intralci e senza fretta, tenendo ai lati i profili dei vigneti che lentamente si aggrappano alla primavera che avanza, già non più scheletri sofferenti. Una deviazione, poi un'altra, ed un'altra ancora, dove la strada si restringe verso uno dei villaggi dal nome prestigioso, dietro un muretto, verso il profilo di uno di quei chateau che significano altro che castello, sempre seguendo linee regolari tracciate nel terreno. Mi piace. Giungere in questi villaggi in pietra, un sapore d'antico, dove tutto é Medioevo, ed ogni passo risuona in una storia di terra e ciò ed uno dei suoi prodotti più misteriosi, tanto da essere nascosto nelle cave, labirintici sentieri sotterranei sovrapposti secolo dopo secolo, in un'attesa di anni, oscura e silenziosa, che permea l'aria di umidità e sapore di legno bagnato. Mi piace fermarmi.



Quelle che sono rovine silenziose era un centro smisurato di potere. Esteso a tutta l'Europa, il potere dell'abbazia di Cluny. Non restano che queste vestigia, imponenti anche se uno spettro in confronto a ciò che doveva essere, segnate magari da un visitatore del passato il cui nome graffiato sulla pietra viene sfiorato da un riflesso di sole. Precario, come quella stessa pietra. Come il battito d'ali di una colomba che attraversa la volta di ciò che doveva essere e si perde uscendo da una vetrata aperta sul mondo, quello di oggi, tanti anni dopo, diverso e lontano, anche entro una cinta di mura e viottoli costeggiati dagli infissi di legno, le strutture a graticcio, e gli stendardi corporateschi che ondeggiano al vento.



Siamo in Borgogna. Una parte soltanto, perché a guardare con attenzione la mappa, sono tanti i puntini attraverso cui vorrei tracciare una linea di penna. Mi sono mosso così, seguendo la dolcezza del paesaggio e cercando alcuni di quei sapori per cui questa regione é tanto nota da aver creato un nome proprio. L'ho fatto arrampicandomi su villaggi che all'occasione sembravano isole fluttuanti o piccoli centri di vita medievale sfuggiti al tempo. Seguendo una linea da nord a sud che si appoggiava ad una Costa d'Oro e d'Oriente e si ritagliava il suo spazio tra ordini monastici, un ducato ricco e potente, e lunghe file di botti colme di vino. Così, mi sono ripetuto, sarà forse un'altra stagione, sarà magari un'altra zona, ma tornerò, ancora, per gustare qualche giorno soltanto un ritmo diverso di vita.



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