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Immagine del redattoreoytis

Basilea e il "Parco della Solitudine"


 



Così, sulla riva del Reno... laddove le acque sono ancora fresche ed il più della distanza che le separa dal mare è ancora da percorrere. Su in angolo d'Europa dove convergono i confini di tre stati, Francoa, Germania e Svizzera, dove le montagne in lontananza appartengono alla Foresta Nera, nelle taverne si fonde il formaggio svizzero e per le strade si parla francese. Così sulle sponde del fiume, che attraversa Basilea. Ponti in ferro battuto, lampioni posti a custodia di panchine vuote e gradoni squdrati che scendono verso il fiume ed offrono una sosta isolata. Solo, l'indefinibilerumore dell'acqua corrente, pochi scalini più in basso. Sono immagini semplici che si alternano con regolarità, mentre una linea tramviaria taglia il ponte alle spalle e dinanzi una chiatta guidata da una teleferica fa la spola tra i due lati del fiume. Più alto, in un saliscendi imprevedibile, quello della città vecchia: di fronte alla cattedrale si organizzano i primi banchetti, anche se il mercatino di Natale vero e proprio della città è poche vie e qualche salita discesa più in là. Sulla strada, si nasconde un negozio di carte in filigrana e penne calligrafiche d'altri tempi.

Così, sulla riva del Reno... quell'altra, quella bassa, tranquilla, una signora che getta al vento briciole di pane, i piccioni che accorrono, e lei che parla francese, tedesco e italiano, ad ogni angolo trovi baracchini su due ruote di castagne fumanti, e camminando incroci idealmente sgaurdi un po' a caso, passo dopo passo, sguardi persi sul fiume e la città vecchia alle sue spalle, sguardi adagiati sugli scaloni di pietra, tutta l'attenzione su un libro o semichiusi al sole radente. Un altro passo, un altro ponte, dietro al quale si nasconde un angolo di campagna dentro la città, proprio a ridosso delle mura antiche; sbuca da chissà dove un torrente a lambire passaggi che sembrano ponti levatoi, ed una chiesetta dai contorni spioventi nascosti tra i rami immobili spogliati dall'inverno. Un altro passo ancora, così, sulla riva del Reno, e c'è un parco, detto 'della Solitudine'. Un po' parco, un po' luogo della mente, un po' spettro e rifugio dell'anima, e forse per trovarlo basta una parola, o una parola non detta, chissà, qualche passo ed il silenzio rubato dalle acque di un fiume.




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