Volti... come quello d'oro e argento forgiato nella storia, in fronte a me... Lo sguardo duro, fisso, probabilmente idealizzato e perfetto, da re. E le luci soffuse che ne illuminano i tratti scolpiti nella penombra, e si riflettono sulle superfici di metallo, ancora e ancora. E accanto religuiari che sembrano cattedrali, simboli imperiali e corone preziose, le cui ombre si allungano sul pavimento, immateriali e lontane come la gloria che vogliono narrare. E oltre, una croce tempestata di pietre colorate e cammei che mi ricorda quella imponente di re Desiderio. Sembra di entrare in un'altra dimensione, per ammirare il tesoro della cattedrale di Aquisgrana, in cima ad un declivio quasi impercettibile, attorno la quale tutti gli altri segni dell'antica capitale di Carlo Magno sembrano essersi dissolti. E in effetti, è un passaggio, all'interno di una cassaforte blindata, in cui il buio ti inghiotte e la luce risplende soltanto attraverso materiali preziosi che annullano la cognizione del tempo. Questa è la reggia, costruita su ampie arcate e mosaici splendenti, il trono di pietra al piano superiore, un gigantesco candeliere che scende dal soffitto e pare sospeso nell'aria, al centro della sala, quasi fosse una gigantesca corona. Per un attimo soltanto... il fascino di questa cittadina è custodito tra queste pareti e nel suo nome, imparato sui libri di storia, mentre fuori il gelo sferza le stradine deserte attraversate da cavalieri immaginari e maschere che si accingono a celebrare il carnevale...
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