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Al termine della Via della Seta


 




16 Agosto 2012 Immobili, nel silenzio. Figurato, almeno. Attendono, consegnati all'eternità. Immobili, lo sguardo fisso, senza tradire un'emozione. E la luce che modella il viso, le placche delle armature, la tensione del corpo, in un contrasto ininterrotto di ombre e riflessi. Persone, ogni volto diverso, ogni lineamento distinto. Ed io che li osservo, voglio immaginare che sì hanno atteso un po' anche questo momento, che abbiano atteso me e che qui io sia arrivato, ad osservarli, un attimo soltanto, un istante compreso in millenni di polvere, vento, terra sommersa, nuova luce ed ora una miriade di occhi anonimi posati su di loro, quasi in quello sguardo fisso che attraversa il tempo come l'aria immobile del padiglione che li sovrasta. Immobili, sentinelle nella notte in un deserto che non conosce dimensioni.


17 Agosto 2012 E' una fila infinita di lanterne rosse, bandierine che svaniscono nell'aria densa e grigia di Xian. Lungo un muro che a quadrato racchiude tutta la città antica. Fuori, il deserto, così me la immagino, si presentava allora, punto di arrivo della Via della Seta. Così, con queste mura si presentava, ed accoglieva chi aveva viaggiato chilometri, nel deserto, tra imprevisti e pericoli, un po' come questa selva di grattacieli che la circondano ora, cupi ed anonimi. Così doveva essere, un caos di una varietà incredibile di culture che sfilavano tra le tende del mercato, proprio nel cuore della città, laddove ora si insedia la comunità islamica, stretta attorno alla moschea ed un dedalo di strade che racchiudono fiumi di colore e sapori come un quadro abbozzato ed in continuo movimento. Dipinto, come i segni di china tracciati sul tavolo, pazienza e concentrqazione perché ogni segno rieca perfetto ed illumini come uno specchio via via un angolo dell'anima. Come un respiro trattenuto, in un punto dove ogni cosa scorre vorticosamente, le vie straripanti, le voci che si sovrappongono e chissà quanti passi ancora dietro ogni angolo. Così dalle mura, un tempo sorvegliate da lance dritte e puntate ad intermittenza regolare, oggi deserto di pietra lastricata che si perde nella foschia, risuonavano note di trombe squillanti. Così... inizia la Via della Seta, verso ovest, ma sarà un'altra volta, un altro viaggio, per me, che arrivo da est e sono giunto fin qui.


18 Agosto 2012 E' il giorno del matrimonio. Vestito di blu, in un mondo dove domina il rosso. Con draghi dorati ricamati sul petto. Testimone, o qualcosa di simile. E' qui che dovevo arrivare e qui alla fine sono riuscito. Eppure, da questo arrivo, mi rendo conto ora che il mio viaggio qui ormai volge al termine; é un pensiero che semplicemente si fa sensazione ed una punta invisibile di malinconia. Quando arriviamo a prendere la sposa, é seduta inginocchiata sul letto. Immobile, si presenta bellissima. E' un'immagine da scattare, con gli occhi della memoria prima che con ogni altra lente. Il resto scorre in avanti, in una sequenza che in qualche modo si riconduce alle tradizioni ma che per tanti motivi risulta in un gran divertimento. Come il rosso che più vivo non può essere. Ed i tavoli, ampi e rotondi sui quali vortica il cibo. E' un giorno da ricordare, così come ci viene, e chissà quando mai capiterà di nuovo. Non pensare ad altro, non pensare alle strade che a volte ti portano così lontano, a volte ti spingono giù da una scogliera o fanno scalare montagne, a quelle che appaiono vuote, non pensare... Il mio amico festeggia, tra le strade del quartiere islamico, la cena offerta agli stranieri dalla famiglia, le luci intermittenti di un locale nella vita notturna di una città da milioni di abitanti dall'altra parte del mondo. Fino a qui, siamo arrivati.




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