"Ci sono paesaggi, come certi istanti della vita, che non si possono cancellare mai dalla mente; tornano sempre ad attraversarci dal di dentro, con intensità ogni volta più forte. E volgere l’ultimo sguardo al mare fu uno di questi; avevamo voltato la testa per non perdere l’estrema visione di quella speranza e addentrarci definitivamente nella terra dell’oblio."
(Francisco Coloane)
12-14 Novembre 2018
Il bus sembra non arrivare mai. E la strada non concede tregua. Adesso che la conosco, adesso che ho qualche riferimento. Direzione nord. Silenziosamente saluto questi paesaggi dal finestrino, ed ogni chilometro varia il paesaggio togliendo lentamente quei dettagli che me lo fanno ricordare. C'é un pensiero ricorrente, in questi giorni, a contatto con questa gente e la positività generosa che tutti hanno sempre condiviso con me. Ho raccolto sorrisi, calore in una terra lontana, ed un'ospitalità semplice ma sincera. E' il pensiero ad una persona che veniva da questi luoghi, sarebbe meglio dire da questa parte del mondo, una persona che mi ha preso il cuore, a cui l'ho ceduto incondizionatamente, prima che me lo strappasse. Non riesco ad evitare di pensare, di domandarmi, di cercare qualcosa, osservando il paesaggio fuori dal finestrino, e le immagini che ho raccolto, le storie anche solo sfiorate, e chissà quanto poi immaginate, che raccolgo, quasi volessi trascriverle su un taccuino di appunti, cercando in qualche modo di sovrapporle, in una domanda, ancora, senza che ne sappia uscire se non sconfitto, nella mia ricerca, sentendo pulsare ferite che rimarranno, quant'anche cicatrizzate. Nonostante tutto, nel mio pensiero, esiste, ed un pezzo dell'anima é perduto per sempre.
"...La forza della natura mi ha insegnato che i sentimenti personali devono restare personali qualunque sia la situazione. Non bisogna aver paura di rivelarli. Attorno soffia sempre il vento, ma il vento non cancella i pensieri, solo le parole, ma le parole non contano..."
(Francisco Coloane)
Ho fatto il percorso inverso, tutto d'un fiato. Sono tornato in quel locale dove, appordato da un traghetto in tempesta, mi sono seduto a bere e discorrere col mio momentaneo compagno di viaggio francese, la sua storia sul lavoro, sulla storia di una ragazza, su una guida sgualcita. Sembra siano passati giorni interminabili, e tornare qui, che pure é un luogo di frontiera, mi pare di rientrare in un mondo familiare. Vorrei essere riuscito a fare un po' di più e valorizzare meglio il tempo che mi é rimasto. E a malincuore, già lungo gli ultimi tornanti, ho lasciato che questo capitolo di viaggio terminasse.
"... se guardo la luna di cristallo, il ramo rosso del lento autunno alla mia finestra, se tocco vicino al fuoco l’impalpabile cenere o il rugoso corpo della legna, tutto mi conduce a te, come se tutto ciò che esiste, aromi, luce, metalli, fossero piccole navi che vanno verso le tue isole che m’attendono..."
(Pablo Neruda)
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