Sembra una beffa il tempo in questi giorni, in uno stato dove il sole splende più di 300 giorni l'anno. Eppure, nuvoloni scuri e piogge torrenziali ci inseguono per giorni... li lasci dietro di te la sera e li ritrovi la mattina, o appaiono all'improvviso oscurando un sole accecante ed un cielo limpido.
Riprendiamo la macchina e scendiamo lungo la costa ovest, quella più sobria e lontana dalla magnificenza incontrata finora. Dopo essere giunti a nord, nel paese che reclama di essere il più antico insediamento degli Stati Uniti, dove le case in legno si affacciano sull'oceano burrascoso, scendiamo verso sud e lasciamo alle spalle le giornate pazzesche di Orlando. La strada continua, tra ponti arcuati e lunghissimi e mi porta tra villaggi di pescatori e palafitte di legno, dove pellicani oziano scrutando l'orizzonte appoggiati sui pali del molo. Ci sono i musei, lungo la strada... il primo è Dalì, provocatore, sconvolgente, i cui dipinti hanno qualcosa che non riesci a lasciar passare che tu voglia o no... ed una volta di più, osservando oggetti improbabili prendere forma e dar vita a figure familiari, tanto da far parte della vita di tutti i giorni, ti domandi davvero chissà come lo vedeva il mondo un tale carattere, quando fissava la luce o premeva le dita contro gli occhi per vedere quello che sfugge all'occhio normale... il secondo è una villa eccezionale che racchiude in sè una o molte storie intrecciate tra loro dal filo conduttore della vita di un uomo che del circo aveva fatto la propria esistenza e fonte di strabilianti guadagni... ma non solo questo, perchè tra le ali porticate di un palazzo, i giardini segreti coperti di rose, e le terrazze affacciate sul Golfo del Messico, scopri l'ascesa vertiginosa e la rovinosa caduta di un sogno, una storia d'amore senza limiti ed una passione per l'arte che non diresti... un'esistenza intera che si dispiega tra oggetti circensi e dipinti maestosi dei più grandi pittori del Vecchio Continente.
E continuiamo a scendere, verso sud, con il cielo che cambia tonalità in continuazione e nubi che aprono squarci a riflessi incredibili su pontili protresi nel mare e subito si richiudono sospinte da un vento violento che non ti permette di tenere ferma in mano la macchina fotografica e preannuncia tempesta. Ma a dispetto del vento, il tempo sembra rallentare, in questi luoghi, a seguire i ritmi cadenzati dei pescatori, quelli con le imbarcazioni ormeggiate alla riva e pure quelli più amatoriali che aspettano pazientemente affacciati alla balaustra di legno di qualche ponte, o seduti su scogli lambiti dall'acqua, hanno l'aria di sapere esattamente quando quelle nubi si apriranno e sarà il caso di correre ai ripari. Come a Naples, ormai vicini alla prossima meta, dove la spiaggia di sabbia candida si interrompe a lasciare il passaggio di una via verso il mare. E lì, a poche centinaia di metri, circondato ad ogni lato dall'azzurro dell'acqua, scorgi le pinne dei delfini affiorare a intermittenza sul pelo dell'acqua, mentre un'aquila si getta in picchiata e cattura la sua preda che esibisce poi davanti ai tuoi occhi, fissandoti con lo sguardo fiero per avvertirti che quello è il suo pranzo e che nè tu, nè il vento, nè i gabbiani che famelici a tratti tentano di avvecinarsi, potranno sottrarre ai suoi artigli. Ecco, è uno spettacolo crudele e affascinante, questo, che racchiude in sè tutta la forza della natura, i temporali che non puoi prevedere e quello che ancora ci aspetta negli ultimi giorni in questo Paese...
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