Osservo le luci, un'ultima sera. Questa, ora che il viaggio é terminato, ed un'ultima fermata é quanto ho risparmiato come fosse quell'ultima manciata di monete ancora in tasca da poter spendere. Le osservo, danzanti sull'acqua, una pioggia di colori sospesi nell'aria. E che altro sono, se non colori, le immagini raccolte, salendo il deserto verso le Ande, ad altezze vertiginose dove il respiro affannato diventava sempre più terso, ed ogni passo un po' più pesante. Lungo cammini andini, quei colori sgargianti mi accompagnavano e si rincorrevano, come un fregio di motivi animali, o una linea decorata che altro non era alla fine che il cammino dell'Inca, a sfiorare le nuvole, per poi oltrepassarle. Questi colori danzanti, ora sull'acqua, ora nella mia memoria, mi hanno seguito in un viaggio affascinante alle radici dell'uomo, della civiltà, così come evolveva, in parallelo, dall'altro lato dell'oceano. Vestiti dagli ultimi custodi delle montagne, oggetti di ogni giorno, o riflessi di un paesaggio lontano, in ogni caso dall'altra parte del mondo, che ogni volta é un'avventurosa scoperta.
10 bus, 4 navi, 2 aerei 3400 tipi diversi di patate 18 ottobre, El Senor de los Milagros 10000 linee, 400 disegni in Nazca 43 gradi, il massimo contenuto d'alcool del pisco 500 specie di farfalle in Puerto Maldonado un cambio d'orario e 2(x2) voli persi 2670 gradini in Montana Picchu 4300 m, Warmiwañusqa (the Dead Woman Pass); 3800 m, Llulluchapampa pass 82 km, il punto d'inizio del Camino Inca 8 colori, le linee del MiTeleferico 2500 anni in Tiwanaku 1 elezione presidenziale 3270 m, la profondità del Colca Canyon 3 m, l'apertura alare del condor 5200 m, la cima della Montagna dei 7 colori 60 anni, la durata dell'impero Inca 120 isole fluttuanti sul Lago Titicaca migliaia di volatili in Paracas & Islas Ballestas infiniti passi nella storia
Indietro, di trenta giorni. Una foschia grigia e densa é quanto mi separa dall'oceano. Non certo come lo ricordavo, dall'ultima volta. Bastano un balzo dalle scogliere nere come la pece ed una linea di costa che scompare prima ancora dell'orizzonte. E l'immagine che mi ritorna é una sensazione di spossatezza, una cappa pesante che lega case anonime ed il profilo di una piramide spezzata, le strade affollate e l'aria inquinata dal traffico, il cielo nascosto ed un oceano rubato. Ho seguito la linea di costa per un paio di chilometri pensando e ripensando che questo era il confine ultimo del continente, guardando verso ovest, verso un sole che sarebbe tramontato invisibile dietro una coltra di nebbia grigia ed impenetrabile, che questo era l'Oceano Pacifico, e che da qui stava partendo partendo la mia avventura.
Direzione la città vecchia. I volti sono diversi. Ho oltrepassato profili di chiese e strade di negozi tutti uguali. Nel senso che sembra che ogni strada abbia una propria tematica. Occhiali, telefonia, ed oggetti religiosi. Oggi più che mai, mentre si attende la sera e le strade hanno una ragione in più per essere colme di gente, ora che le persone iniziano a riversarsi per le vie del centro. Agitano immagini sacre, una su tutte, e nastri che intrecciano bianco e viola. La folla che era un mercato, una commistione di ristoranti, baracchini e negozi, diventa sempre più densa, incanalata dalle vie laterali verso l'arteria principale. E così, mi trovo praticamente davanti al palco delle autorità, mentre in lontananza incede una processione di veli bianchi, luci tremolanti, un'immagine coronata di rose. Ho sempre pensato che l'espressione religiosa e la sua interpretazione raccontino molto di un luogo e la sua storia. Ogni luogo che ho visitato, in America Latina, mostrava tracce diverse di un unico credo. La presenza dei militari, l'identificazione del potere politico e l'ossequio religioso al corpo armato, la folla che rapidamente diventa calca, in una situazione che a tratti diventa fuori controllo, le immagini sventolate ed i gesti cadenzati dei presenti, i mantelli pesanti ed i veli semitrasparenti sul volto, sono tutte tessere di una stessa immagine. Ho la sensazione di trovarmi in un altro luogo, in un altro tempo. Tutto é colore, un modo diverso di sentire, un pensiero differente. Una realtà cui comunque se non estraneo non sono abituato, nemmeno con la mente. E quel colore della tradizione, ad un cero punto, con un movimento che sembra quasi uno strappo, si confonde con le pieghe della storia, anche nelle sue tinte più buie. America Latina, ho pensato. Un istante soltanto, forse. Lentamente, la folla si decomprime e torno a respirare. I portantini, dopo un ennesimo inchino, hanno ormai oltrepassato il punto in cui mi trovo, e la musica cadenzata si allontana lentamente. Per un attimo, anzi, ho pensato, fino a dissolversi.
"...Since it is impossible to know what's really happening, we Peruvians lie, invent, dream and take refuge in illusion. Because of these strange circumstances, Peruvian life, a life in which so few actually do read, has become literary..."
(Mario Vargas Llosa)
Comments