Una notte, ed un'attesa al terminal di un aeroporto. Ho bisogno del deserto, del mio deserto, lo sento. Questo spazio, vuoto ed affollato, avvolto in un silenzio che in realtà non tace mai, questo sarà dunque il mio deserto. Una valigia da sorvegliare, un libro da leggere che già finisce, un foglio di carta.
Nel mio dolore, nel cuore ferito e solcato da segni che non se ne andranno mai. Nell'amarezza tanto profonda che non permette nemmeno di piangere. Questo é ciò che rimane, non un futuro cancellato di colpo, ma un passato rovinato, stralciato.
[...]
Non resta niente, non tiene niente, davanti a questo foglio, di quel mondo che ho accettato di aprire. [...] Vorrei sfogarmi, ma non so dove volgere lo sguardo, silenzio e "non importa", perché questo, come le lacrime, mi appare incoffessabile. E nemmeno qui saprò lasciare il mio messaggio, e ancora "non importa", fin quando nel dormiveglia, occhi socchiusi, pronuncerò una lacrima che nessuno ascolterà.
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