A volte treni passano, si sfiorano anche ma non si incontrano. Le stazioni sono dei luoghi incredibili, credo si potrebbe osservare la vita scorrere dinanzi agli occhi come variazioni infinite della stessa melodia. A volte, anche osservare fa male, perché ad osservare si perdono treni. A destinazione ignota, che non ci sono tabelloni. Sono incredibili anche se ti capita di passarci il sabato mattina, quasi deserte - e non sarà così di lì ad un paio d'ore, che nemmeno puoi immaginarti che magari ci ripasserai e nella folla apparirà ancora più vuota - ed osservare un arrivo, un abbraccio, un autobus atteso un attimo in più, che nei giorni festivi ne passano di meno.
Sono due immagini differenti, questa delle stazioni e quella dei treni, che si sovrappongono solo per associazione, scorrevoli su binari simili, fosse altro per la loro incapacità di incontrarsi. Così, a volte uno li farebbe anche scontrare i treni, o almeno farli fermare alla stessa stazione e non far cadere una coincidenza, anche se pare non sia semplice essere macchinisti e che un po' ce lo mettano pure loro, iquei binari, uno zampino per scegliere una direzione, figurarsi essere macchinisti che in qualche modo salgano su altre locomotive. COsa resta, allora, una piattaforma deserta, un rimpianto, una destinazione sconosciuta che rimarrà tale... od un treno che non é mai passato, e la banchina che sbiadisce dopo un po', quasi inghiottita nelle sfumature del vuoto, perché un treno che non é mai passato é un viaggio non compiuto.
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